Il mio primo incontro con la paella ha una data ben precisa: giovedì 21 dicembre 2000.
Quella sera, vista la prossimità del Natale, i negozi in centro a Brescia osservavano un orario prolungato per cui molti avevano approfittato dell'occasione per l'acquisto dei regali.
Emanuela ed io eravamo tra questi. Era il primo Natale che avremmo passato insieme e giravamo per i negozi alla ricerca dei regali per i familiari più cari.
Mentre eravamo in una profumeria e Emanuela stava parlando con una commessa, ho visto per caso un tagliandino che annunciava l'apertura di un locale di cucina spagnola: La chica loca. La serata inaugurale era proprio quel 21 dicembre e il locale era proprio in una via del centro. Più che dalla paella ero incuriosito dalle tapas per cui, quando uscimmo dalla profumeria, proposi alla Manu di cenare fuori ed andare proprio in quel locale.
In quel periodo era innamorata e mi diceva quasi sempre sì (come adesso del resto) per cui completammo il nostro giro di negozi e verso le 20 passammo davanti al locale: era aperto ma clamorosamente deserto. Passammo di nuovo dopo una mezz'oretta e, anche se non c'erano ancora avventori, decidemmo di entrare.
Appena varcata la porta notammo che tutti i tavoli avevano un cartellino con il nome della prenotazione; ci venne incontro una ragazza e mi chiese il nome. Risposi che non avevo prenotato e chiesi se avevano comunque un tavolo per due libero. La ragazza ci fece un gran sorriso e ci disse:
-Mi spiace, stasera c'è l'inaugurazione del locale ed è solamente su invito.-
Ci diede qualche indicazione sul loro locale e sul loro menù e ci invitò a andare uno dei giorni successivi.
Stavamo per uscire dal locale quando dal retro arrivò un signore italiano di più o meno 50 anni e una signora un poco più giovane di nazionalità spagnola.
Erano i proprietari; ci salutarono e chiesero alla ragazza perché stavamo uscendo. Alla risposta che non eravamo tra gli invitati l'uomo ci guardò e disse alla ragazza di aggiungere e preparare un tavolo per 2 e a noi:
-Siete i nostri primi clienti, ci porterete fortuna.-
Ci prepararono il tavolo e, dopo l'arrivo degli invitati, cominciò la cena che consisteva di un assaggio di tutte le loro tapas, dalla paella, da chorros e crema catalana; il tutto annaffiato da abbondante sangria.
La cosa curiosa è che non facevamo parte degli invitati ma eravamo i primi serviti e i titolari continuavano a passare chiedendoci il nostro parere.
Dopo la crema catalana, ebbene sì, sono riuscito a arrivare a mangiare anche quella, mi avvicinai alla cassa chiedendo il conto e la signora spagnola mi disse:
-Siete stati i nostri primi clienti per cui siete nostri ospiti e quando vorrete venirci a trovare sarete sempre i benvenuti.-
Uscimmo dal locale decisamente allegri; non sò se per aver cenato gratis e se era l'effetto della sangria.
Siamo andati altre volte in quel locale e siamo sempre stati trattati meravigliosamente.
Purtroppo, da qualche anno, questo locale è stato chiuso a Brescia mentre è tutt'ora aperto il gemello a Sirmione (BS).
E' un peccato perchè era un locale dove potevi passare qualche ora in compagnia mangiando ottimamente senza spendere uno sproposito.
Non ho avuto la ricetta della paella de mariscos che veniva fatta in quel locale ma, per questa versione, mi sono basato sui ricordi, sulla paella di
Espe Saavedra, sulla paella di
Gianni e sulle informazioni ricavate dal sito spagnolo dedicato alla paella
www.lapaella.net.
N.B. Non ho, almeno ad oggi, una "paella", la pentola che viene utilizzata per questo piatto, per cui, nella preparazione, faccio riferimento alla padella che ho utilizzato in questa occasione.
La quantità di fumetto è orientativa e ci sono molte variabili che intervengono; anche se non è molto ortodosso, la cosa migliore è di metterlo quasi tutto, tenere d'occhio la cottura ed eventualmente aggiungerne. Io per metà cottura ho tenuto la padella coperta per diminuire la quantità di liquido che evapora e, alla fine, il fumetto l'ho usato completamente.