La lealtà sportiva sia afferma solo con le Olimpiadi moderne in quanto, nell'antichità non esisteva il concetto di sport ma solo il prevalere sull'avversario come ben rappresentato dalla corsa sulle bighe nel film "Ben Hur".
"L'importante non è vincere ma partecipare", citazione attribuita al Barone Pierre De Coubertain, in realtà non è sua ma, come affermato dallo stesso De Coubertain, estrapolata dal discorso che Etherwet Talbott, Vescovo della Pennsylvania, tenne in St. Paul Cathedral nel corso della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra nel 1908.
Quello che segue è la storia di un uomo che ha onorato al massimo il concetto di sportività.
IL ROSSO VOLANTE
Nasce il 28 gennaio 1928 a Dobbiaco e a 22 anni è la maggiore promessa italiana di sci alpino.
Quell'anno vince, battendo il suo mito Zeno Colò, il campionati italiani in slalom ed in gigante ed arriva terzo in discesa.
Arriva secondo nella discesa de Kandahar a Muerren ed in questa occasione, il grande giornalista Gianni Brera, prende spunto dal colore dei suoi capelli e lo soprannomina "Il rosso volante".
Davanti a lui si profila un luminoso futuro ma una rovinosa caduta in allenamento al Sestriere gli lacera i legamenti di entrambe le ginocchia che, vista la chirurgia dell'epoca, pone fine alla sua carriera di sciatore.
Deve quindi rinunciare a partecipare alle Olimpiadi del 1952 di Helsinki.
Ma non può rinunciare alla neve ed alla velocità così decide di dedicarsi al bob, sport che non sollecita particolarmente le articolazioni inferiori.
Da quel momento una serie interminabile di successi lo pone al vertice della specialità.
Partecipa per la prima volta alle Olimpiadi nel 1956 a Cortina d'Ampezzo e vince la medaglia d'argento sia nel bob a due che nel bob a quattro.
Non partecipa nel 1960 alle Olimpiadi di Squaw Valley perché, per problemi economici, non vengono disputate le gare di bob.
Nel 1964 le Olimpiadi invernali si disputano a Innsbruck ed è il favorito per la vittoria finale; l'unico equipaggio che può contendergli la vittoria è quello composto dagli inglesi Tony Nash e Robin Dixon.
Si comincia con la gara del bob a due.
Al termine della propria seconda manche l'equipaggio italiano è in testa, ora bisogna attendere la discesa degli inglesi. Improvvisa arriva al traguardo la notizia: "Nash non può correre. Si è rotto un bullone del pattino del suo bob." (All'epoca lo sport era in una fase per così dire "pioneristica"; non ci si portava i pezzi di ricambio).
Anche se manca ancora una manche nel clan italiano si comincia a festeggiare.
Ma lui no; lui non ci sta. Non può accettare di vincere per il ritiro dell'avversario.
Fa smontare un bullone dal pattino del suo bob ed incarica un addetto alla pista di andare a consegnarlo a Nash.
L'inglese è stupito da questo gesto ma accetta l'aiuto e riesce ad effettuare la propria manche stabilendo il miglior tempo.
Nella terza ed ultima manche il Rosso Volante commette qualche errore ed alla fine arriva terzo, superato anche dal secondo equipaggio italiano.
A fine gara, rispondendo alle critiche di qualche giornalista dichiara: "Nash non ha vinto perché gli ho dato il bullone; ha vinto perché è andato più veloce".
Anche questa volta non riesce a vincere l'oro olimpico e conquista la medaglia di bronzo in entrambe le specialità.
Ma il Comitato Olimpico Internazionale decide che è arrivato il momento di assegnare, per la prima volta, la medaglia Pierre De Cubertain, nota anche come True Spirit of Sportmanship Medal (Medaglia del vero spirito sportivo), un onore attribuito da allora a pochissime persone, come celebrazione di gesti di altissima lealtà sportiva.
Questa medaglia rappresenta la più alta onorificenza sportiva che un atleta possa meritare.
Lo stesso CIO la considera come il premio più prezioso attribuibile ad un atleta.
Il Rosso Volante è il primo atleta a fregiarsi di questa onorificenza.
Quattro anni dopo a Grenoble, il Rosso Volante, a 40 anni, partecipa alle sue terze ed ultime Olimpiadi ed il destino gli restituisce quello che non aveva vinto prima.
Vince la medaglia d'oro sia nel bob a due che nel bob a quattro.
Si ritira e va a vivere a Cortina d'Ampezzo.
E' tutt'ora l'atleta più titolato nella specialità con 9 medaglie d'oro nei Campionati del Mondo e 6 medaglie olimpiche.
Nel 2003 gli viene diagnosticato il Morbo di Parkinson.
Non può accettare di terminare la sua vita in questo modo così decide di suicidarsi sparandosi un colpo di rivoltella.
Ai funerali un cortinese dichiara: "Il Rosso Volante ce l'ha fatta un altra volta a precedere l'avversario".
Il Rosso Volante è Eugenio Monti
Nota a margine: Speriamo che dopo un Monti che ha tenuto alto l'onore dell'Italia ce ne sia un altro che la riporti ai vertici.
Il 2012 è un anno olimpico quindi ho pensato di riprodurre la bandiera olimpica con le tagliatelle.
Ho preparato altre volte le tagliatelle ma sempre impastando con la planetaria e tirando la sfoglia con la macchinetta. Questa volta ho voluto/dovuto prepararle come da richiesta del Challenge e nonostante i problemi relativi allo spazio, alla mancanza di una spianatoia e di un mattarello di dimensioni adeguate, mi sono divertito sia ad impastare a mano che a tirare la sfoglia e devo dire che quest'ultima operazione mi ha divertito e rilassato.
Il tutto ripetuto 5 volte.
Ho seguito passo passo le modalità descritte da Ale del blog
Ale only kitchen nel suo
post di lancio del Challenge e una sola cosa mi ha messo davvero in difficoltà: ho fatto asciugare la pasta (forse troppo?) ed al momento del taglio ho dovuto allargare un po' (si vede dalle fotografie) la larghezza delle tagliatelle perchè altrimenti si rompevano.
Quando mi è capitato di fare le tagliatelle le ho tagliate fresche, raggruppate a nido e poi messe ad asciugare.
Esteticamente mi erano venute decisamente meglio.
Con questa ricetta partecipo al contest di
Menù Turistico - MT Challenge di gennaio 2012