lunedì 25 dicembre 2017

PANETTONE CLASSICO


Da diverso tempo volevo provare a fare il panettone.
In realtà, qualche anno fa, ci avevo provato ed era venuto buono ma inguardabile perché, nella lievitazione che avviene appena dopo averlo infornato, l'impasto era fuoriuscito lateralmente. Era veramente brutto tanto che non l'ho neppure fotografato.
La ricetta l'avevo presa da internet ma in questo momento non ricordo da quale sito; è abbastanza simile sia come ingredienti che come procedimento al panettone del sito Cucchiaio d'Argento.
Comunque quale occasione migliore della Giornata Nazionale del Panettone del Calendario del Cibo Italiano by MTChallenge per riprovarci?


Ho fatto la versione bassa e larga perché il laboratorio di pasticceria che c'è vicino casa aveva il pirottino per quella versione e non avevo tempo di andare a cercare quello classico.
Per evitare la fuoriuscita dell'impasto come la volta precedente ho alzato il bordo aggiungendo una striscia di carta forno che è assolutamente servita.


Il procedimento è lungo e ci si deve armare di molta pazienza ma, visto il risultato, ne vale veramente la pena.
Prima di iniziare consiglio di programmare bene i tempi. Io ho iniziato alle 18 e ho cotto il panettone alle 21 del giorno successivo per cui il riposo è terminato alle 8 del mattino successivo. Praticamente 34-36 ore.
Per l'ultimo dell'anno preparerò la versione con il ripieno di marronata prodotta dalla Manu. Una cosa veramente fantastica che se non si decide di pubblicare la ricetta rapidamente me ne approprierò.

Con questa ricetta partecipo a 25 dicembre 2017 Giornata Nazionale del Panettone del Calendario del Cibo Italiano by MTChallenge


giovedì 14 dicembre 2017

L'AVVENTO DEI TRIFLE PER L'MTC - TRIFLE OF FOUR CHOCOLATES


Il tema del mese di novembre del Club del 27 sono i Trifle.
Tra le possibili ricette ho scelto il Trifle of four chocolates di Fabiola del blog Olio e aceto pubblicato sul sito dell'MTchallenge come nella rubrica Tema del mese della sfida n° 61 dedicata ai Tiramisù.
Scelta dettata dal fatto che in famiglia adoriamo il cioccolato e che le altre possibili scelte non convincevano o me o la Manu. 
Non avevo mai fatto un Trifle e, devo essere sincero, non sapevo nemmeno cosa fossero.
Ma del resto con l'MTC e gli annessi e connessi ho scoperto tante tecniche e tante ricette che non conoscevo.


Per la realizzazione di questa ricetta ho fatto anche i brownies (fantastici) sempre da ricetta di Fabiola.
Nei dettagli della ricetta ho riportato esattamente la sua ma in realtà nella mia versione ho fatto un errore assolutamente non voluto. Ho invertito gli strati del cioccolato fondente e del cioccolato al latte ma questo non sarebbe niente; in realtà ho praticamente invertito l'utilizzo dei due cioccolati nel senso che quello fondente l'ho aggiunto alla panna mentre quello al latte l'ho aggiunto all'acqua.
All'assaggio il gusto è stato comunque positivo e oltremodo apprezzato dai miei commensali. 


Sono rimasto soddisfatto del risultato e durante le feste proverò a fare un altro Trifle

Con questo post partecipo al Club del 27 - Novembre 2017 - L'avvento dei Trifle per l'MTC
Il post con il riepilogo delle ricette partecipanti lo si può trovare sul sito dell'MTC a questo link.





domenica 3 dicembre 2017

GARFAGNANA TERRA UNICA - ZUPPA DI FARRO


Il primo weekend del mese scorso ho avuto il piacere di essere tra gli invitati alla presentazione del progetto della Comunità del Cibo della Garfagnana.
Sono stato ospite, insieme a altri blogger e giornalisti, dell'Unione dei Comuni della Garfagnana che ci hanno presentato i prodotti che fanno della Garfagnana una Terra Unica.
Tra questi il prodotto principe è senza dubbio il farro.

Fotografia di Annarita Rossi de Il bosco di alici
Il farro può essere considerato il capostipite dei cereali e in Garfagnana viene coltivato praticamente da sempre in piccoli appezzamenti.
Fino agli anni '70 la coltivazione avveniva in poche migliaia di mq; le indicazioni della Regione Toscana lo censiscono come coltivazione a rischio di erosione genetica e negli anni '80 la coltivazione passa a qualche decina di ettari. 
Nel 1996 viene sancito il recupero definitivo del Farro della Garfagnana con l'ottenimento del riconoscimento da parte della Comunità Europea dell'Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Questo ha comportato la redazione di un disciplinare che dispone che la coltivazione deve essere nell'area dei comuni della Garfagnana. a una quota compresa tra i 300 e i 1000 metri s.l.m. e secondo metodi di coltivazione biologica.
Questo riconoscimento ha fatto si che la richiesta del farro fosse in costante aumento e per farne fronte viene istituito il Consorzio dei Produttori di Farro della Garfagnana che raccoglie la maggior parte dei produttori e nel 2000 realizza un centro unico per la lavorazione, il confezionamento e lo stoccaggio del prodotto.

Fotografia di Annarita Rossi de Il bosco di alici
Il farro coltivato in Garfagnana è il Triticum Dicoccum Schrank (grano vestito) e, dal punto di vista nutrizionale, è molto affine al grano tenero.
Ricco di principi nutritivi che si mantengono intatti se consumato in chicchi interi, ha una bassa percentuale di grassi e un alto contenuto di sali minerali tra i quali calcio, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, rame nonché di fibre insolubili e vitamine A,B,C,E.
La semina avviene in autunno utilizzando il seme vestito e, data l'estrema rusticità della pianta, non è necessario alcun utilizzo di concimi chimici, fitofarmaci e diserbanti e la tecnica tradizionale di coltivazione ne fa di fatto un prodotto biologico. La raccolta viene effettuata in estate e la produzione massima consentita è di 25 q.li di farro vestito per ettaro.
Abbiamo avuto l'occasione di visitare il centro della lavorazione del farro del Consorzio seguendo il ciclo di lavorazione.
Mediante l'utilizzo di particolari molini a macine le spighette vengono private dei rivestimenti glumeali effettuando la cosidetta "brillatura". La granella ottenuta viene poi vagliata, utilizzando macchinari dotati di lettore ottico, eliminando le impurità presenti.



La granella brillata viene utilizzata per zuppe, minestre e torte salate.
La farina di farro vieni invece utilizzata per pasta, pane, biscotti.
Presso la Fortezza delle Verrucole, a San Romano in Garfagnana, c'è l'Osteria delle Verrucole, gestita dalla Garfagnana Coop.. Qui abbiamo potuto assaggiare alcuni prodotti tipici garfagnini tra cui la zuppa di farro di cui riporto la ricetta e la trota alla griglia, allevata in vasche direttamente collegata con il torrente.
Sia la Fortezza che l'Osteria meritano sicuramente una visita.

Fotografia di Annarita Rossi de Il bosco di alici

Un ringraziamento a Sandro Pieroni, Antonella Poli nostra impareggiabile guida, Luigi Aloisi proprietario dell'Agriturismo Ai Frati, a tutti i partecipanti e, soprattutto, a Annarita Rossi del blog Il bosco di alici