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martedì 21 luglio 2020

GULLAH RICE - RISO ROSSO (Rivisitato)


ENGLISH VERSIONS AT THE BOTTOM

Ed ecco la mia personale rivisitazione della ricetta del Riso Rosso o Riso Mulatto dei Gullah-Greechee.
Inizialmente avevo pensato ad uno stravolgimento totale della ricetta ipotizzando di fare del riso saltato, dopo la cottura pilaf, su salsa di pomodoro con fette croccanti di bacon e un frutto tropicale che dovevo ancora scegliere. Nei post che davano indicazioni sul tipo di rivisitazione è emerso chiaramente che andava comunque rispettata l'essenza della cultura di questa popolazione.
Inoltre dopo aver assaggiato il riso nella versione originale ho deciso che dovevo solo, eventualmente, ritoccarlo ma non stravolgerlo perché è troppo buono così.
Ho pensato cosa potevo variare e ho deciso di eliminare il bacon e sostituirlo con ... con cosa? 
Anche se i Gullah-Greechee sono principalmente nel Sud Carolina e in Georgia ho pensato ad altri Stati del sud degli USA e in particolare alla Louisiana.
Vi ricordate Forrest Gump quando va a pescare i gamberi di fiume?
I gamberi rossi della Louisiana sono stati stati importati in tantissimi paesi del mondo e sono proliferati facilmente. Se allevati in acque pulite le loro carni sono molto apprezzate.
In Italia sono stati importati negli anni '90 da un'azienda toscana e dopo essere sfuggiti al controllo si sono diffusi in tutto il territorio nazionale. Si ambientano facilmente anche in presenza di acque inquinate e sono un pericolo per l'Habitat che li accoglie; in Italia sono noti come gamberi killer.
Avrei voluto utilizzare questi gamberi ma non sono riuscito a procurarmeli per cui li ho sostituiti con le mazzancolle che sono presenti sia in Italia che in alcuni mari tropicali.
Con le teste e i carapaci delle mazzancolle ho fatto poi una salsa rivisitando quella fatta per l'American fish burger dell'MTC aggiungendo il peperoncino presente nei piatti del sud degli Stati Uniti.


























Ultima constatazione: alla Manu anche questa versione è piaciuta tantissimo, tanto che non ha saputo scegliere se è meglio questa o l'originale. Dilemma che è anche il mio





INGREDIENTI (per 4 persone)

225 g di riso a chicco lungo 
470 g di brodo di pollo o acqua
180 g di passata di pomodoro
24 mazzancolle
40 g di burro
1 patata
1/2 cipolla bianca o rossa
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di pepe nero
1/2 cucchiaino di peperoncino
1/2 cucchiaino di paprica forte
1 foglia di alloro
Coriandolo o prezzemolo o timo

PREPARAZIONE
Togliere la testa alle mazzancolle ma lasciare il carapace.
Mettere sul fuoco una padella con cui cuocere il riso; quando sarà calda versare il burro e mescolare velocemente. Si otterrà subito un bel burro nocciola. Aggiungere le mazzancolle, mescolare e cuocere per un paio di minuti così che rilascino il loro sapore. Togliere le mazzancolle lasciando il grasso in padella, versare la cipolla a dadini, abbassare il fuoco e cuocerla fino a quando diventerà traslucida; basteranno 2 o 3 minuti.
Aggiungere l'aglio tritato e proseguire la cottura per un minuto ca. quindi aggiungere il riso e mescolare continuando a cuocerlo fino a quando i chicchi perderanno la loro trasparenza.
Unire la passate di pomodoro e mescolare bene quindi aggiungere gli altri ingredienti e portare a bollore a fiamma alta. Raggiunto il bollore abbassare la fiamma, coprire con il coperchio (possibilmente in vetro così da poter controllare la cottura) e completare la cottura. Con il riso utilizzato da me sono stati necessari 17-18 minuti.
Nel frattempo preparare la salsa. Togliere il carapace alle mazzancolle, tagliarne 8 a pezzettini e tenerle in caldo.. In un pentolino versare i carapaci e le teste delle mazzancolle, il peperoncino e la paprica. Fare soffriggere due o tre minuti quindi aggiungere due, tre cubetti di ghiaccio e dell'acqua fredda fino a coprire più un altro dito. Fare sobbollire fino a quando il liquido non si sarà ridotto della metà
Frullare il tutto con il mixer ad immersione fino ad ottenere una salsa fluida. Filtrare il tutto e rimettere sul fuoco aggiungendo la patata tagliata a pezzettini piccolini in modo tale da farla cuocere rapidamente. Quando la patata sarà cotta frullare di nuovo, filtrare, aggiustare di sale e pepe quindi rimetterla sul fuoco fino ad ottenere la consistenza desiderata tenendo presente che raffreddando tende ad addensarsi.
Quando il riso sarà cotto (per verificarlo muovere il riso con una forchetta; deve essere sgranato e umido) coprire la pentola con un panno e poi con il coperchio e lasciare riposare per 5 minuti.
Eliminare la foglia di alloro e sgranare bene tutto il riso ed eventualmente controllare sale e pepe.
Mettere il riso in una ciotola premendo delicatamente quindi rovesciarlo nel piatto; distribuite su di esso le mazzancolle tritate. Versare la salsa sul riso e nel piatto e al lato del riso mettere 4 mazzancolle intere.
Completare con foglie di coriandolo o, in alternativa, timo o prezzemolo. 

ENGLISH VERSION

The original red rice is too good to be turned upside-down. That’s why I have decided to not be too much creative and to replace only bacon with shrimps, according to the famous scene of Forrest Gump. Instead of crayfish, I have used “mazzancolle”, Italian prawns with a delicate taste.

INGREDIENTS serving 4
225 g long grain rice
470 g chicken broth or water
180 g tomato sauce
24 prawns (Italian mazzancolle)
40 g butter
1 potato
½ red onion
1 garlic clove
1 tsp salt
½ tsp black pepper
½ tsp cayenne pepper
1 bay leaf
fresh coriander or parsley or thyme

PREPARATION
Remove the heads from the prawns, leaving the shells on. Melt the butter in a large sauce pan, at a medium heat, and cook it until brown.  Sauté the prawns for 2 minutes, so to realease their aroma, then remove and set them apart. Cook the onion, finely diced, in the same pan, until translucent (2-3 minutes), then add garlic and cook 1 minute longer. Stir in the rice and continue cooking, always stirring, until the rice is no longer translucent   Stir in the tomato sauce, salt, pepper, Cayenne pepper  bay leaf, and chicken stock. Bring to a boil over high heat, then reduce the flame aand simmer until the rice is tender,  17-18 minutes stirring halfway through.
Meanwhile, prepare the sauce
Remove the shells from the cooked prawns (set 4 prawns aside, for the final decoration) for the decoration), cut the flesh in small pieces and keep them warm.
I a large, heavy-based pot over medium heat, put the head and the shells of the prawns, hot chilli and paprika. Sauté for 2-3 minutes, then add 2-3 ice cubes and iced water, enough to completely cover the shells. Bring ot a boil, then simmer until the liquid will be reduced by half.
Take off the heat, transfer mixture to a blender and blend until smooth. Alternatively, purée with an immersion blender until very smooth. Filter the sauce, return to medium heat and add the potato, diced. When the potato is tender, blend the sauce again. Season to taste, with salt and pepper, then return to the heat and cook unti thick.
When the rice is cooked Let stand at least 5 minutes, covered with a line cloth between the pan and the lid.  Remove and discard the bay leaf. Fluff with a fork before serving.
Put the rice in a bowl, flip it on a serving plate and arrange the prawns all around. Dip with the sauce, decore with the 4 whole prawns and sprinkle all over  with the fresh herbs

sabato 18 luglio 2020

GULLAH RICE - RISO ROSSO (Originale)


Finalmente!!!
Finalmente è tornato l'MTChallenge. O meglio, è tornato in una nuova versione che dell'originale mantiene la caratteristica che alcuni food blogger si sfidano mensilmente realizzando una ricetta oggetto della sfida.
Intanto questo nuovo progetto, nato come sempre dalla vulcanica Alessandra Gennaro, si chiama MTC Taste The World ma il cambiamento sostanziale è che oggetto delle sfide saranno delle ricette riconducibili a etnie minoritarie presenti nel mondo e attraverso queste cercare di trasmettere i loro usi e la loro cultura.
Inoltre ogni tappa andranno presentate due ricette: la prima deve essere l'esatta riproduzione della ricetta originale mentre la seconda sarà una rivisitazione della stessa che deve comunque mantenere caratteristiche che accompagnino le origini, le usanze e la localizzazione di queste minoranze.














Per il numero 0 la popolazione scelta sono i Gullah-Greechee una comunità presente nella zona sud-est degli Stati Uniti ed in particolare in Georgia e nella Carolina del Sud. Caratteristica di questa comunità è lo strettissimo legame con l'area della loro provenienza africana della zona del delta del Niger. Per un approfondimento molto più puntuale leggere questo articolo a firma di Alessandra Gennaro

La ricetta scelta è il Riso Rosso detto anche Riso Mulatto e la ricetta tradizionale è tratta dal libro Jubilee di Tony Tipton-Martin.

Questa è la prima ricetta quindi nella versione originale.
Il riso che ho deciso di utilizzare è l'Uncle Ben's, un riso parboiled nato ai primi del '900 negli Stati Uniti per ottenere un riso che fosse meno attaccabile dai punteruoli (specie di scarabeo, che avesse un maggiore potere nutrizionale e che cuocesse in minor tempo (richeste che pare venissero dall'esercito). Questo riso dal 1950 a 1990 è stato il più utilizzato in quella nazione.
La mia scelta è stata anche dovuta alla richiesta della Manu visto che è il suo riso a chicco lungo preferito.
Ho utilizzato sia il burro che il bacon per avere più grasso dove tostare il riso.
Ho avuto problemi a recuperare il bacon perché quello che avevo trovato era a fettine praticamente trasparenti per cui avevo preso la pancetta affumicata. All'ultimo momento ho trovato del bacon già tagliato ed ho utilizzato quello.
Alla fine ho aggiunto delle foglioline di timo mentre utilizzerò il coriandolo nella versione rivisitata.

Ultima constatazione: alla Manu è piaciuto tantissimo, prova ne sia che ne ha mangiato una quantità per lei spropositata.
Per me questa è stata una piacevole scoperta sia per la ricetta, davvero ottima, che per la cottura pilaf che, credetemi, è stata la mia prima volta.




INGREDIENTI (per 4 persone)

225 g di riso a chicco lungo 
470 g di brodo di pollo o acqua
180 g di passata di pomodoro
100 g di bacon a cubetti
20 g di burro
1/2 cipolla bianca o rossa
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di pepe nero
1 foglia di alloro
Coriandolo o prezzemolo o timo

PREPARAZIONE
Mettere sul fuoco una padella con cui cuocere il riso; quando sarà calda versare il burro e mescolare velocemente. Si otterrà subito un bel burro nocciola. Aggiungere il bacon a dadini o striscioline, mescolare e cuocere per un paio di minuti così da averlo bello croccante e avrà rilasciato i suo grasso. Togliere il bacon e tenerlo da parte al caldo lasciando il grasso in padella, versare la cipolla a dadini, abbassare il fuoco e cuocerla fino a quando diventerà traslucida; basteranno 2 o 3 minuti.
Aggiungere l'aglio tritato e proseguire la cottura per un minuto ca. quindi aggiungere il riso e mescolare continuando a cuocerlo fino a quando i chicchi perderanno la loro trasparenza.
Unire la passate di pomodoro e mescolare bene quindi aggiungere gli altri ingredienti e portare a bollore a fiamma alta. Raggiunto il bollore abbassare la fiamma, coprire con il coperchio (possibilmente in vetro così da poter controllare la cottura) e completare la cottura. Con il riso utilizzato da me sono stati necessari 17-18 minuti. Quando il riso sarà cotto (per verificarlo muovere il riso con una forchetta; deve essere sgranato e umido) coprire la pentola con un panno e poi con il coperchio e lasciare riposare per 5 minuti.
Eliminare la foglia di alloro e sgranare bene tutto il riso ed eventualmente controllare sale e pepe.
Rovesciarlo nel piatto di portata e distribuite sulla superficie il bacon.
Completare con foglie di timo o, in alternativa, coriandolo o prezzemolo.  

mercoledì 7 febbraio 2018

TARTIFLETTE


Sara del blog Pixelicious è la recipe-tionist di Gennaio - Febbraio 2018. 
Tra le sue ricette ho già fatto la torta russa al miele - Medovik ma ce ne sarebbero state diverse altre che avrei voluto fare.
Ho fatto i calamari ripieni ma non sono soddisfatto delle fotografie per cui non penso che lo posterò fino a quando non li replico.
Ho fatto anche la Tartiflette ricetta francese originaria dell'Alta Savoia. Mi ispirava molto anche perché prima di Natale ho preparato un tortino salato con il Camambert venuto benissimo e che prossimamente pubblicherò. Gli ingredienti della Tartiflette lo ricordavano molto per cui ho comprato il Reblochon e ho eseguito la ricetta rispettando dosi e procedimento indicate da Sara.
Il risultato è straordinario e vi basti solo dire che una pirofila di 6 porzioni abbondanti l'abbiamo mangiata in 3.


Ho visto che anche Lucia del blog Le ricette di Luci ha fatto anche lei questa ricetta e spero non me ne voglia se l'ho replicata anch'io.
Però è talmente buona che consiglio a tutti di provare a rifarla anche perché è davvero semplice e il risultato è veramente ottimo.


Con questa ricetta partecipo al Recipe-tionist di Gennaio - Febbraio 2018



giovedì 27 giugno 2013

LA CAESAR SALAD - ALTRA VERSIONE


Sì. La mia Thea è proprio una gatta curiosa. Chissà se era più interessata dalla mia insalata o dal profumo di cozze e cappesante. Io qualche sospetto ce l'ho.
Spesso, quando vado al supermercato con mia moglie, con la scusa di farmi da promemoria, la metto al corrente delle ricette che voglio preparare e magari ne chiedo il parere preventivo.
Questo mese per l'MTC si deve preparare la propria versione della Caesar Salad con libero sfogo alla fantasia. Quando ho deciso come preparare la mia prima Caesar Salad, mentre andavamo a fare la spesa, ho spiegato alla Manu i vari ingredienti sia dell'insalata che della vinaegrette e, visto che era particolarmente in vena, ha cominciato a dire: "e perché non ci aggiungi questo ... - e perché non togli questo ... - no questo non mi piace ... - e perché la vinaegrette non la fai così ...". Alla fine ho sbottato: "e perché non ti fai la tua insalata?"
Chiaramente la Manu ha raccolto immediatamente il guanto e ci siamo sfidati nella preparazione ognuno della propria Caesar Salad.



Visto che ultimamente all'MTC si sono cimentati alcuni compagni delle blogger partecipanti ho chiesto alla Manu perché non si avventurasse anche lei nella partecipazione pubblicando sul suo blog, My Favourite Things, la sua insalata.
È stata subito entusiasta dell'idea così oltre a fotografare la mia ho fatto qualche scatto anche alla sua.
Però, c'è sempre un però, conoscendo bene la mia dolce metà l'ho invitata a leggere bene il regolamento dell'MTC e alla fine, come immaginavo, ha rinunciato. La motivazione? Avrebbe potuto anche non dirmela perché sapevo benissimo che lo scoglio sarebbe stato l'obbligo di partecipazione ad almeno 8 delle 10 sfide annuali.
Per cui resto il solo in famiglia a partecipare a questa sfida non sapendo di perdersi delle sfide che possono anche impegnarti ma ti divertono e ti insegnano tanto. A volte mi chiedo quante delle ricette proposte all'MTC le avrei provate se non ne fossi stato "obbligato". Probabilmente la maggior parte.
Ma non dispero: dalla prossima vedrò se riesco a coinvolgere la mia piccola. Rossella



In questa mia Caesar Salad ho inserito due ingredienti che adoro: le cappesante e le ciliege.
Le prime sono solo scottate all'esterno quindi con un effetto cotto-crudo mentre le ciliege le ho messe al posto del pomodoro.
Ho scelto la panna acida nella vinaigrette per contrastare il dolce delle ciliege, del mais e delle carote.


Con questa ricetta partecipo al contest di Menù Turistico - MT Challenge di giugno 2013

domenica 23 giugno 2013

LA CAESAR SALAD VISTA DA ME


Questa volta posso affermare senza ombra di dubbio che il vincitore della sfida dell'MTC di maggio, Leo detto "il cozzaro", l'ho conosciuto personalmente quando ho organizzato un incontro tra blogger in Franciacorta. Anche lui ha meritatamente vinto alla sua prima partecipazione all'MTC ma del resto visto il tema, il suo soprannome ed il nome del suo blog (cozzaman), chi poteva vincere?
Leo ha scelto come tema di questo mese la Caesar Salad con possibilità di realizzarla sia nella versione classica sia in una propria versione e, chiaramente, ho scelto la seconda opzione.



Chi mi segue sa che approfitto dell'MTC per raccontare fatti veri o inventati attinenti alla ricetta proposta. Questa volta non sapevo cosa andare a raccontare quando mia madre mi ha detto che mia nipote è stata rimandata a settembre. Essendo stato un esperto in materia (1 materia in 3^ e 2 in 2^ e 4^ geometri) ho pensato di raccontarvi di uno di questi esami di riparazione che mi ha visto protagonista.
Ho sempre studiato poco nel primo quadrimestre con conseguenze disastrose sui voti in pagella e cercavo poi di recuperare in primavera.
In 4^ sono stato rimandato in Economia ed in Tecnologia delle costruzioni. Se per la prima ne ero abbastanza consapevole visto che non mi piaceva e l'avevo studiata poco, la seconda era stata una grossa sorpresa anche perché nel corso dell'anno avevamo cambiato diversi supplenti e non ricordo che sia mai stato fatto né uno scritto né una interrogazione.
Comunque fatto buon viso a cattivo gioco arrivo agli esami di riparazione. Ero stato in segreteria per prendere visione delle date dei miei esami e ricordo che l'orale di Tecnologia l'avevo il mercoledì.
Il lunedì mattina mia sorella mi sveglia poco dopo le 8 e 30 e mi dice che aveva telefonato la sorella di un mio compagno per avvisarmi che dovevo presentarmi per l'esame di Tecnologia ed ero già in ritardo. Sono rimasto un po' perplesso convinto di avere l'esame il mercoledì, ma decido di andare a controllare. Del resto abitavo a cinque minuti dall'Istituto. Arrivo e vado a controllare il tabellone con gli orari degli esami. Classi quarte, Tecnologia delle costruzioni, orali, Senaldi ... mercoledì ore non mi ricordo.
Ecco, uno dei soliti scherzi idioti.
Torno a casa e poco dopo il mio arrivo suona il telefono. E' la sorella del mio compagno che mi ripete che devo presentarmi per sostenere l'esame. Rispondo di finirla con lo scherzo perché sono già andato a vedere e l'esame l'ho il mercoledì. Sì, mi risponde, l'orale, ma oggi hai lo scritto. Lo scritto?????
Prendo il libro di Tecnologia e una biro e corro di nuovo in istituto. Scritto! Boh, non so nemmeno in cosa consiste. 
Mi presento in aula che sono le 9 e 30. Un'ora di ritardo. Mi scuso e i professori mi consegnano il compito da svolgere: dato un dislivello disegnare una scala con le 3 viste assonometriche e una vista prospettica. Tempo a disposizione 4 ore ma una se ne era già andata.
Bene! In disegno, modestia a parte me la cavo alla grande.
Piccolo problema; non posso disegnare una scala solo con una biro.
Chiedo l'autorizzazione a scendere alla cartoleria interna all'Istituto per comprare matite, gomma, riga e squadre.
Finalmente alle 9 e 45 inizio il mio compito. Mia applico con metodo: prima tutte le linee di costruzione e di quota con la 2H e poi le linee della scala ed i testi con l'HB.
Alle 11 e 15, quando tutti gli altri esaminandi sono ancora in alto mare, consegno il mio disegno tra lo stupore dei professori.
Il mercoledì l'orale, visto come era andato lo scritto (unico a completare le 4 viste) si rivela una formalità e vengo promosso con il 7.
L'anno dopo, all'orale degli esami di maturità, il Presidente esterno della commissione chiede al Commissario interno (nel nostro caso il professore di Topografia) una breve presentazione dello studente prima di iniziare l'esame vero e proprio, e questo cosa fa? Gli va a raccontare il mio esame di riparazione in Tecnologia.



In questa mia versione della Caesar Salad gli ingredienti sono tutti crudi tranne che le code di mazzancolle ed i crostini di pane. La scelta di utilizzare la stessa padella è dovuta al fatto che volevo che le code di mazzancolla si aromatizzassero con il sapore ed il profumo delle accighe e che i crostini facessero lo stesso con le mazzancolle.
Il sale è totalmente assente perché le acciughe svolgono più egregiamente la stessa funzione.


Riguardo agli abbinamenti vino o birra non mi esprimo in quanto è davvero difficile farlo con un'insalata che racchiude tanti ingredienti con caratteristiche molto diverse tra di loro.
A livello personale, visto che è un piatto fresco ed estivo, posso dire che apprezzo moltissimo bere della semplicissima acqua minerale gassata bella fresca.



Con questa ricetta partecipo al contest di Menù Turistico - MT Challenge di giugno 2013

domenica 2 giugno 2013

UN PIATTO RICORDANDO TRE GIORNI A RAPALLO


Per motivi personali non ho potuto partecipare alla prima sfida di "Tutti cuochi per te" lanciata da Ponti a mezzo della pagina Facebook Cuochi di fulmine ma questa seconda non potevo lasciarmela sfuggire.
Il titolo di questa seconda sfida è: Tutti da me sabato sera - cosa succede se i tuoi amici si autoinvitano tutti insieme a casa tua il sabato sera? Con quale ricetta prepari un piatto veloce e li stupisci? 
Gli ingredienti di cui è obbligatoria la presenza sono:
- un pesce azzurro: io alici fresche
- fiori di zucca: io di zucchina perché quelli di zucca sono risultati introvabili
- un frutto secco a scelta: io noci
- due o più prodotti Ponti a scelta: io peperoni e cipolline Peperlizia e glassa di aceto balsamico Ponti.
L'idea di questo piatto mi è venuta pensando a quando, 2 settimane fa, sono stato per 3 giorni a Rapallo e gli amici hanno voluto che una sera restassimo a cenare a casa e che preparassi io qualche ricetta. Mauro mi avrebbe fatto da aiuto in cucina, Silvio avrebbe lavato i piatti e pulito la cucina e Paolo e Maurizio l'avrebbero aiutato.
Essendo al mare avevo deciso per una cena a base di pesce e mi ero fatto già un'idea di cosa preparare. Purtroppo ho ricevuto una telefonata proprio al momento di entrare in pescheria e quando vi sono entrato il mio amico Mauro aveva praticamente già comprato tutto e mi era rimasto da scegliere con quale pesce preparare la tartare che avevo pensato come antipasto.
Ho fatto buon viso a cattivo gioco e ho rivisto il menù. 

domenica 26 maggio 2013

TAIEDDHRA RIVISITATA A MIO GUSTO


Questo mese la sfida dell'MTC ci porta in Puglia. Infatti il vincitore del mese scorso, Cristian del blog resi.sten.za.po.e.ti.ca e che ho conosciuto quando ho organizzato la visita alla Cantina Mirabella in Franciacorta, ha scelto un piatto della tradizione pugliese, più precisamente del Salento: la Taieddhda (pron. taieggia).
Ho scritto una cavolata; non ho il piacere di conoscere personalmente Cristian che è il marito di Mari del blog Lasanapazza e non come erroneamente pensavo, il marito di Mai del Il colore della curcuma. Chiedo umilmente venia.
Non sono mai stato nel Salento ed una sola volta sono stato in Puglia.
Era l'estate del 1978 e mio padre assisteva amministrativamente un'azienda agricola di San Severo e aveva avuto l'incarico di svolgere le pratiche necessarie alla vendita diretta a Gallarate del vino da loro prodotto.
I fratelli titolari di questa Azienda ci proposero di passare le ferie da loro; accettammo e ci misero a disposizione un appartamento a San Severo. Non amando particolarmente il mare mio padre dedicava quasi tutte le mattine all'azienda mentre io, mia sorella, mio fratello ed il mio amico Luciano andavamo in auto a Torre Fortore di Marina di Lesina, praticamente dove inizia il Gargano e passavamo il tempo in spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno. Ricordo che già il primo giorno conobbi Silvana; era veramente bella e, come al solito, me ne innamorai. Abitava a Cinisello Balsamo e lavorava in un negozio di parrucchiera a Milano ma era originaria di Poggio Imperiale e tutte le estati vi ritornava per le ferie. Se non l'avessi vissuto non ci crederei ma ricordo di essere andato a trovarla una sera; passeggiammo nella "villa" comunale, noi davanti e qualche passo indietro la sua famiglia al completo. Una domenica andai a trovarla a Milano ma i miei piani crollarono miseramente quando sua madre mi disse che l'avrebbe lasciata uscire solo se accompagnata da suo fratello. Lasciai perdere; era tutto troppo complicato, a vent'anni uno vuole divertirsi.
Di quelle ferie ho tanti ricordi simpatici e divertenti ma metterli tutti insieme richiederebbe altro spazio ed tanto altro tempo per cui mi limiterò solo ad un paio.


Un pomeriggio, per ripagare in qualche modo l'ospitalità ci offrimmo di partecipare alla raccolta dei pomodori. Andammo solo nel pomeriggio ma fu sufficiente per trovarci, alla sera, con un mal di schiena terrificante.
Iniziammo la raccolta cogliendo solo i pomodori belli, sodi e maturi ma ci fu subito detto che andava raccolto tutto. "Anche quelli marci o bacati?". "Tutto." fu la risposta e ci spiegarono che venivano venduti ad una famosa azienda conserviera campana che avrebbe utilizzato quelli belli e sani per i pelati in scatola mentre il resto per il concentrato di pomodoro. Vi assicuro che da allora non mi ha mai sfiorato l'idea di utilizzarlo.
Come al solito quando si facevano le ferie con mio padre una parte dei giorni erano dedicati a visite a luoghi abbastanza vicini al nostro punto base e quell'anno oltre al Gargano, Foggia, Bari, Barletta, un giorno andammo ad Alberobello e alle Grotte di Castellana.
Io e il mio amico Luciano siamo da sempre innamorati dei rally e, all'epoca, quando vedavamo una ragazza, ci piaceva fare commenti assimilando il suo fisico con le caratteristiche delle vetture da rally e davamo un giudizio complessivo paragonandole a vari modelli.
Quindi poteva uscire un commento tipo:
"Hai visto quella Porsche? (la scelta della vettura era in base alle nostre preferenze ed erano contemplate anche tante "cesso di macchine")
Le sospensioni sono belle rigide ma l'assetto sbanda un po' sul retrotreno.
La fanaleria è spettacolare e quei sei fari di notte ti illuminano a giorno.
E le "scarpe" (gomme)? Sono proporzionate alla vettura.
La presa d'aria poi è perfetta né troppo grande né troppo piccola".
Traduzione:
"Hai visto quella bella ragazza? Ha il seno bello sodo e camminando muove bene il sedere. Gli occhi sono bellissimi ed abbaglianti. E le gambe? Proporzionate al resto. La bocca è perfetta".
Quanto sopra valeva per una bella ragazza ma eravamo democratici ed i nostri commenti erano indirizzati a tutte: gnocche e cozze.  
Quel giorno c'erano molte persone in attesa di entrare a visitare le grotte e fummo costretti ad una coda di quasi un'ora; per quasi tutto il tempo andammo avanti a fare commenti ad alta voce del tenore di quello indicato con il risultato che le persone vicine ci presero per due un po' suonati che parlavano di auto tipo Stratos, Alpine, Porsche come se fossero state lì davanti e che ridevano vedendo mia sorella che si vergognava del nostro comportamento.
Mia sorella, quando capita, ancora adesso ci ricorda quanto eravamo cretini.


Tornando alla ricetta ho fatto alcune variazioni rispetto alla ricetta originale (qui) eliminando cozze e pomodori aggiungendo mazzancolle, orata, peperoncino dolce e soprattutto aromatizzando con zafferano, zenzero e dragoncello.


Con questa ricetta partecipo al contest di Menù Turistico - MT Challenge di maggio 2013

martedì 21 agosto 2012

GATEAU DI PATATE


Ai primi di luglio Cinzia, del blog Il ricettario di Cinzia, ha fatto il quarto sorteggio del gioco da lei proposto Dai! Ci scambiamo una ricetta? e questa volta Cocogianni o cuocogianni è stato abbinato al blog Una pinguina in cucina.
Curioso come siano stati abbinati due blog con riferimenti ad animali, pinguino e coccodrillo.
Come si evince dal titolo il gioco consiste nel riprodurre, più o meno fedelmente, una ricetta proposta dal blog abbinato.
Comunque un primo scopo del gioco è stato ottenuto immediatamente in quanto non conoscevo questo blog
Sono quindi andato a vedere il blog di Maria ed ho cominciato a curiosare tra le sue ricette ed alla fine ero indeciso tra la Torta salata di porri e patate e il Gateau di patate.
La scelta e finita su quest'ultima ricetta in quanto la mia Viziata (la Manu) mi ha detto di non aver mai mangiato il gateau di patate così ho pensato che era l'occasione giusta per colmare questa lacuna.









Ho mantenuto gli ingredienti e le dosi indicate nella ricetta originale variando solo il parmigiano grattugiato con della ricotta salata grattugiata per dare ancor più sapore vista la neutralità della patata.
Rispetto all'originale la mia è venuta più bassa perché ho utilizzato uno stampo di dimensione un po' più grande.
Il risultato è stato eccellente prova ne sia che mia suocera, la Manu ed io abbiamo terminato tutto il gateau; la Manu ed io abbiamo fatto il tris ma, udite, udite, persino la suocera è arrivata a fare il bis.


Con questa ricetta partecipo al IV giro del gioco de Il ricettario di Cinzia - Dai! Ci scambiamo una ricetta?


domenica 19 agosto 2012

PAELLA DE MARISCOS


Il mio primo incontro con la paella ha una data ben precisa: giovedì 21 dicembre 2000.
Quella sera, vista la prossimità del Natale, i negozi in centro a Brescia osservavano un orario prolungato per cui molti avevano approfittato dell'occasione per l'acquisto dei regali.
Emanuela ed io eravamo tra questi. Era il primo Natale che avremmo passato insieme e giravamo per i negozi alla ricerca dei regali per i familiari più cari.
Mentre eravamo in una profumeria e Emanuela stava parlando con una commessa, ho visto per caso un tagliandino che annunciava l'apertura di un locale di cucina spagnola: La chica loca. La serata inaugurale era proprio quel 21 dicembre e il locale era proprio in una via del centro. Più che dalla paella ero incuriosito dalle tapas per cui, quando uscimmo dalla profumeria, proposi alla Manu di cenare fuori ed andare proprio in quel locale.
In quel periodo era innamorata e mi diceva quasi sempre sì (come adesso del resto) per cui completammo il nostro giro di negozi e verso le 20 passammo davanti al locale: era aperto ma clamorosamente deserto. Passammo di nuovo dopo una mezz'oretta e, anche se non c'erano ancora avventori, decidemmo di entrare.
Appena varcata la porta notammo che tutti i tavoli avevano un cartellino con il nome della prenotazione; ci venne incontro una ragazza e mi chiese il nome. Risposi che non avevo prenotato e chiesi se avevano comunque un tavolo per due libero. La ragazza ci fece un gran sorriso e ci disse:
-Mi spiace, stasera c'è l'inaugurazione del locale ed è solamente su invito.-
Ci diede qualche indicazione sul loro locale e sul loro menù e ci invitò a andare uno dei giorni successivi.
Stavamo per uscire dal locale quando dal retro arrivò un signore italiano di più o meno 50 anni e una signora un poco più giovane di nazionalità spagnola.
Erano i proprietari; ci salutarono e chiesero alla ragazza perché stavamo uscendo. Alla risposta che non eravamo tra gli invitati l'uomo ci guardò e disse alla ragazza di aggiungere e preparare un tavolo per 2 e a noi:
-Siete i nostri primi clienti, ci porterete fortuna.-
Ci prepararono il tavolo e, dopo l'arrivo degli invitati, cominciò la cena che consisteva di un assaggio di tutte le loro tapas, dalla paella, da chorros e crema catalana; il tutto annaffiato da abbondante sangria.
La cosa curiosa è che non facevamo parte degli invitati ma eravamo i primi serviti e i titolari continuavano a passare chiedendoci il nostro parere.
Dopo la crema catalana, ebbene sì, sono riuscito a arrivare a mangiare anche quella, mi avvicinai alla cassa chiedendo il conto e la signora spagnola mi disse:
-Siete stati i nostri primi clienti per cui siete nostri ospiti e quando vorrete venirci a trovare sarete sempre i benvenuti.-
Uscimmo dal locale decisamente allegri; non sò se per aver cenato gratis e se era l'effetto della sangria.
Siamo andati altre volte in quel locale e siamo sempre stati trattati meravigliosamente.











Purtroppo, da qualche anno, questo locale è stato chiuso a Brescia mentre è tutt'ora aperto il gemello a Sirmione (BS).
E' un peccato perchè era un locale dove potevi passare qualche ora in compagnia mangiando ottimamente senza spendere uno sproposito.
Non ho avuto la ricetta della paella de mariscos che veniva fatta in quel locale ma, per questa versione, mi sono basato sui ricordi, sulla paella di Espe Saavedra, sulla paella di Gianni e sulle informazioni ricavate dal sito spagnolo dedicato alla paella www.lapaella.net.

















N.B. Non ho, almeno ad oggi, una "paella", la pentola che viene utilizzata per questo piatto, per cui, nella preparazione, faccio riferimento alla padella che ho utilizzato in questa occasione.
La quantità di fumetto è orientativa e ci sono molte variabili che intervengono; anche se non è molto ortodosso, la cosa migliore è di metterlo quasi tutto, tenere d'occhio la cottura ed eventualmente aggiungerne. Io per metà cottura ho tenuto la padella coperta per diminuire la quantità di liquido che evapora e, alla fine, il fumetto l'ho usato completamente.

venerdì 20 gennaio 2012

OSSOBUCO ALLA MILANESE


Anche questo mese è arrivato il momento di realizzare la ricetta per The Recipe-tionist il contest a cadenza mensile ideato ed organizzato da Flavia di Cuocicucidici.
Il mese di dicembre è stato vinto da Helga del blog Pâtes et pattes pertanto questo mese si deve realizzare una ricetta presente in questo blog.
E' un blog che non conoscevo: Helga con un suo stile molto personale e, in compagnia della splendida Magali, presenta tante ricette per tutti i gusti.
Vista la vena dolce del periodo, inizialmente avevo pensato a rifare uno dei tanti dolci e/o dessert presenti ma poi, considerando la varietà di proposte, ho cominciato a curiosare anche tra le altre categorie.
Alla fine ho scelto la ricetta "Ossobuco e grani d'oro" che si avvicinano molto agli ossibuchi alla milanese.
Devo dire che è stata una scelta molto apprezzata in famiglia e, come dice sempre Magali, la splendida micia di Helga, "leccatevi i baffi!".




Con questa ricetta partecipo a "The Recipe-tionist" di Gennaio ospitato da Pâtes et pattes


martedì 3 gennaio 2012

BRUSCITT



I bruscitt (bruscolini) sono un piatto tipico di Busto Arsizio e della zona lombardo-piemontese a cavallo del corso del Ticino tra le province di Varese e Novara. Una zona di brughiera: fresca d'estate e nebbiosa d'inverno. Una nebbia che ti invoglia a chiuderti in casa e gustarti piatti come questo che ti scaldano il corpo e ti alleviano il cuore.
E' un piatto perfetto per la domenica visto che una volta partita la cottura e regolata la temperatura potreste anche dimenticarvene per un po' e, magari, regalarvi due coccole con il/la vostro/a compagno/a. Quelle non fanno mai male.
Come per tutti i piatti tipici ne esistono più versioni: dalla classica con la polenta a quella, come la prepara mia zia Clara in brodo con le patate. E' chiaro che ognuno reputa la propria, la migliore.


La mia è una piccola rivisitazione della ricetta classica in quanto non metto l'aglio (anche se in camicia) all'inizio e ho aggiunto alcune spezie (noce moscata e cannella).
La quantità di carne è indicativa in quanto, per esperienza diretta, posso dire che non è mai abbastanza e, personalmente, anche se comporta un po' di lavoro in più, preferisco tagliarla a pezzettini piccoli e non macinarla.
La polenta di accompagnamento dovrebbe avere una buona consistenza per darle una forma ma se la preferite morbida non è un problema, cambia solo la presentazione del piatto; l'importante è che la polenta abbia almeno 45-50 minuti di cottura.
Nel caso, abbastanza improbabile, ve ne avanzasse un po' potreste condire delle tagliatelle. Vi assicuro un risultato spettacolare.


Con questa ricetta partecipo al contest di Burro e Miele - Lo stufato in collaborazione con lo chef Gualtiero Villa e con Teatro 7


sabato 3 dicembre 2011

FONDUTA DI FORMAGGI CON POLENTA E TARTUFO BIANCO


In questo periodo dell'anno, nella ditta dove ho lavorato fino a 3 anni fa, era tradizione organizzare una cena in provincia di Parma. La scusa era offrire la cena di Natale ad alcuni tecnici del Consorzio Agrario di Parma, in realtà era l'occasione di andare, a seconda degli anni, a Berceto a mangiare i funghi o da Mariella in loc. Fragnolo a Calestano a mangiare il tartufo.
Ed è stato proprio in questo locale che ho mangiato questo piatto, di per sé povero, ma arricchito e completato dal tartufo.



Come ho detto nel post relativo all'incontro tra blogger in Franciacorta di domenica scorsa, Alessandra del blog Food 4 thought è arrivata il sabato sera a casa mia con un sacco di prelibatezze tra cui 2 bei tartufi. Uno l'abbiamo usato il sabato sulla Tartrà preparata da Alessandra stessa e l'altro?
Quale migliore occasione per replicare questo semplice ma, vi assicuro, straordinario piatto?


Come si vede dalle fotografie alcuni pezzetti di formaggio non si sono perfettamente fusi. Sono pezzetti di un formaggio locale a media stagionatura prodotto in estate in alpeggio. All'inizio ero dispiaciuto ma poi ho pensato che era la dimostrazione che la fonduta è stata fatta realmente e non utilizzando prodotti già pronti.

Con questa ricetta partecipo al contest di Love at First Bite - Una polvere d'oro che diventa polenta

giovedì 24 novembre 2011

SPICY STIRRED SQUID - CALAMARI PICCANTI MESCOLATI CON VERDURE


Una sera, in facebook, ho letto che Valentina del blog My taste for food aveva lanciato un contest a tema "Metti il mondo in tavola". Visto che lo scorso inverno avevo lanciato il mio primo contest con a tema "La cucina etnica" sono andato subito a vedere e subito ho pensato di partecipare. Giorno dopo giorno il tempo è passato e sono arrivato quasi al termine del contest senza aver prodotto nulla.
Quindi ho chiamato la mia cara figliola Rossella, che ha un amore sfrenato per tutto ciò che è coreano (a quanto pare anche i ragazzi, sigh), e gli ho chiesto se veniva a pranzo da me che gli avrei preparato un piatto di quel paese. 
Alla sua domanda - "Cosa mi prepari?" - le ho risposto - "Me lo devi dire tu. Dimmi cosa ti piacerebbe mangiare, gli ingredienti e la preparazione e io provvedo" -.
Per tutta risposta sono stato subissato di link in inglese e coreano che spiegavano la realizzazione di questo piatto.



Chiaramente quelli in coreano ho guardato solo le figure mentre quelli in inglese ... pure.
Io e l'inglese abbiamo da sempre un rapporto di amore e odio. Amore perché mi piace la fonetica della lingua e quindi ascoltarla; odio perché non sono mai riuscito a pronunciare bene le parole (non vi dico le prese in giro).


Ho quindi chiesto nuovamente soccorso alla cara figliola ed alla fine ho prodotto questo risultato.
La soddisfazione maggiore è stata che mia figlia mi ho detto che le sembrava di essere tornata a Seoul (che bugiarda) e che la cottura dei calamari era perfetta.




Con questa ricetta partecipo al contest di My taste for food - Metti il mondo a tavola


giovedì 17 marzo 2011

POLLO FRITTO ALLA CUBANA

A volte basta un piccolo segnale per richiamare alla mente una serie di ricordi. Ricordi che non seguono una logica temporale ma si connettono in una associazione di idee spontanea e perfettamente lucida.

Dopo quasi 9 ore di volo mi diviene naturale guardare lo schermo che riproduce la rotta ed i dati tecnici di volo e seguire con maggiore attenzione il tempo all'atterraggio ed il rateo di discesa. Guardando dall'oblò il mare sottostante rimango sempre incantato nel vedere come la natura sappia coniugare le varie tonalità di verde e di azzurro in una miscelanea in cui nulla è stonato.
Una volta a terra, appena fuori dall'aeroporto di Holguin, i profumi, i colori, la musica (salsa e merengue), la gente e quella parlata spagnola così cadenziata e con il tipico intercalare "mira" messo all'inizio di ogni discorso mi fanno sentire come se fossi tornato a casa. Come al solito mi attende " mi novia" e l'amico Pablo detto "Ping Pong" con la sua Lada rossa che, nonostante circoli da più di vent'anni, sembra appena uscita da una concessionaria. Pablo abita vicino a "mi novia" e sua madre, per me Mamita, dal primo giorno che ci siamo conosciuti mi vizia e tutte le mattine mi porta il caffè con l'uovo sbattuto.
Mi piace vivere in una casa con intorno il calore della gente e non nella fredda eleganza degli Hotel.
Mi piace alzarmi al mattino e, dopo colazione, passeggiare nel "barrio" (Reparto Pueblo Nuevo), andare al mercato a fare la spesa, fermarmi a fare due parole con Hugo, un uomo con la pelle scurita dal sole e rugata dal tempo che sempre cura meticolosamente un piccolo orto-giardino immancabilmete con un sigaro spento che tiene in bocca tutto il giorno e che, altrettanto immancabilmente, mi regala un fiore "para tu novia".
Però, la prima sera, per la prima cena, è diventato un rito andare al Paladar di Pedro.
Per chi non lo sapesse a Cuba i "paladar" sono locali siti in case private con un numero limitato di tavoli (4-5 al massimo) dove puoi mangiare i piatti di cucina "criolla" tra i quali il mio preferito: "pollo y mariquitas" (platano fritto).
Pedro è una bravissima persona e cucina personalmente con l'aiuto di una figlia mentre la moglie e l'altra figlia servono ai tavoli. L'unico rimpianto è che non mi ha mai voluto dire come viene fatto il pollo fritto ma, per questo, mi è venuta in aiuto Mamita.

La ricetta che segue è quella suggeritami da Mamita con la differenza che io ho usato la paprica anziché il peperoncino e ho aggiunto lo yogurt; completano il piatto riso e pomodori presentati come nel Paladar di Pedro.

Pollo fritto con marquitas
Con questa ricetta partecipo al contest di Burro e Miele - Piatto unico


Inserisco questa ricetta, chiaramente fuori concorso, anche nel mio contest - Cucina etnica nella categoria Americhe


domenica 6 febbraio 2011

BIBIMBAP - 비빔밥

Anni fa Adriano Celentano cantava una canzone dedicata alla figlia dal titolo " Il tempo se ne va" ed alcune strofe le ho rivissute verso la fine dello scorso anno.
Infatti nell'agosto scorso mia figlia Rossella ha compiuto 18 anni e, nonostante avessi sempre pensato che caratterialmente fosse uno spirito libero e avido di nuove conoscenze, sono stato preso in contropiede nel sentirmi chiedere se la lasciavo passare le vancanze di Natale lontano da casa con una amica.
Per ridurre al minimo le osservazioni o le scuse pretestuose da parte di mia e di sua madre, la "piccola" erano due anni che metteva da parte i soldi ricevuti come regalo dai parenti e le due borse di studio avute dal Comune e ci ha quindi informati che il viaggio sarebbe stato totalmente a suo carico.
Il colpo finale è stato quando ci ha comunicato che il luogo della vacanza era a Seoul - Corea del Sud.
E' vero che sono alcuni anni che Rossella adora tutto ciò che proviene dall'Estremo Oriente, soprattutto dalla Corea, e che ha già scelto che studierà lingue orientali (cinese, giapponese e, chiaramente, coreano) però la sorpresa è stata grande.
Per la serie "tranquilli mai" qualche settimana prima della partenza i nord coreani hanno bombardato un isola della Corea del Sud.
Pertanto preoccupazioni si sommavano a preoccupazioni ma Rossella ci ha tranquillizzato - "Se la Farnesina dovesse sconsigliare il viaggio, non parto".
Alla fine è partita, ha trascorso le sue tre settimane a Seoul ed è tornata felice con il desiderio di ripartire quanto prima.
Inutile dire che Rossella apprezza particolarmente la cucina orientale ed è lei che mi ha suggerito di provare a realizzare questo piatto coreano ed è con lei che l'ho realizzato.
Dopo la presentazione del piatto in cui tutti gli ingredienti sono ben separati, questi vanno mescolati con un cucchiaio o con le bacchette e mangiato tutto insieme.
Eliminando la carne può facilmente diventare un piatto vegetariano.
Il Bibimbap è un piatto unico e per questo lo utilizzo per partecipare al contest della cara Eleonora del blog Burro e Miele.

Bibimbap
Con questa ricetta partecipo al contest di Burro e Miele - Piatti Unici


Con questa ricetta partecipo al contest di Il cucchiaino di Milù - Qui si cucina con il cuore