Sono passati 2 mesi dal mio ultimo post e, guarda caso, riguardava la sfida dell'MTC. Ho saltato per motivi contingenti la sfida del mese scorso ma, prossimamente, proverò a fare la Fideuà anche perché non posso assolutamente non preparare la proposta della cara amica Mai del blog I colori della curcuma.
Questo mese Anne di Food Blog ha scelto come tema della sfida il Chili ed io ho preparato quello classico con carne mentre per il pane di accompagnamento ho scelto il classico roti (chapati) indiano che però ho aromatizzato allo zenzero; per completare, come contorno, ho accontentato mia moglie ed ho preparato delle patatine fritte in doppia cottura.
Questo mese è anche richiesto di raccontare nel post qualche ricordo legato alla cucina dei cow-boy sia esso ispirato da film, romanzi, esperienze personali e quant'altro.
Chi mi conosce e ha avuto modo di seguire la mia partecipazione all'MTC sa che questa è la parte che più mi mette in difficoltà. Pinocchio, stò scherzando.
Ho deciso di raccontare dei ricordi personali legati alla cucina dei cow-boy e per aiutarmi sono tornato nel luogo dove sono avvenuti. Nel far west? No, a Brescia. La Brescia di circa 40 anni fa. Una città molto cambiata ma per certi versi sempre uguale.
Chi mi conosce e ha avuto modo di seguire la mia partecipazione all'MTC sa che questa è la parte che più mi mette in difficoltà. Pinocchio, stò scherzando.
Ho deciso di raccontare dei ricordi personali legati alla cucina dei cow-boy e per aiutarmi sono tornato nel luogo dove sono avvenuti. Nel far west? No, a Brescia. La Brescia di circa 40 anni fa. Una città molto cambiata ma per certi versi sempre uguale.
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Sono seduto su di una panchina del piccolo giardino pubblico posto alla fine di Via Sabotino e che 40 anni fa era un prato incolto e una discarica di materiali edili utilizzati nei tanti cantieri di allora. Guardo verso nord ed in lontananza si vede la sommità del Gölem (Monte Guglielmo) ancora coperta di neve mentre davanti a me c'è quello che noi chiamavamo il "boschetto" e che altro non è che un gruppo di robinie. A sinistra c'è l'edificio che una volta era il collegio dei Padri Maristi e che ora è una scuola professionale della Regione Lombardia. Al posto dei 3 campi da calcio a 7 in terra battuta su cui ho passato ore ed ore di gioco c'è un parcheggio. A destra la cascina, allora fatiscente, è stata ristrutturata ed è la sede provinciale della CISL. Il vecchio muro di cinta con i cocci di vetro in sommità che tante volte ci hanno tagliato quando lo abbiamo scavalcato, non esiste più. Quella che allora era la periferia fa parte ora della cintura attorno al centro storico. Mi viene in mente la canzone di Celentano e non posso fare a meno di pensare che ci sono situazioni che non passano mai di moda. È difficile dire se la nostalgia che mi pervade sia legata al ricordo dei luoghi o di quella spensierata età.