domenica 1 aprile 2018

IL CONIGLIO DI NONNA ITALIA


Ed eccomi con la seconda ricetta per il Recipe-tionist di questo bimestre che come detto in precedenza è Valentina del blog Profumo di Limoni, il coniglio di nonna Italia
Ho scelto questa ricetta perché il coniglio fa parte della mia personale dieta. Dico personale perché la Manu non lo mangia visto che ha cattivi ricordi di quando, bambina, li vedeva uccidere dl suo papà, per cui lo faccio solo per me.
Per questo sono sempre incuriosito quando vedo ricette diverse da quelle che sono solito utilizzare quando preparo questa carne.


Rispetto alla preparazione di Valentina io ho usato il metodo ortodosso di nonna Italia utilizzando una pentola normale, e non quella a pressione, aggiungendo acqua a seconda della richiesta della carne.
Questo metodo di cottura consente di ammortizzare il sentore selvatico che accompagna questo tipo di carne se gli animali sono allevati come si usava una volta.
Il mio ricordo diretto è legato al fratello di mio padre, lo zio Tarcisio, che ne allevava un buon numero e, ricordo, li allevava in uno stato semi libero in quanto ognuno aveva la sua gabbia ma durante il giorno li lasciava circolare liberi in un area recintata.
Ora non conosco nessuno che alleva conigli per poter andare a comprarlo direttamente per cui mi affido a un macellaio "di fiducia" che vende sia quelli da allevamento intensivo che quelli allevati tradizionalmente; chiaramente a dei prezzi nettamente diversi.
La differenza si avverte sicuramente al gusto ma anche nei tempi di cottura in quanto la carne è decisamente più soda.


L'intingolo poi mi ha ispirato moltissimo in quanto adoro il rosmarino anche se non avevo mai pensato di utilizzarlo in maniera così massiccia.
Nel suo post Valentina, nelle note, indica che la foglia di alloro va spezzettata ma questo non è un vezzo di nonna Italia. Infatti, per poter rilasciare appieno il suo aroma e profumo, la foglia di alloro va rotta. Provate ad annusare la foglia prima e dopo e vi renderete conto della differenza.

Concludo ringraziando sia Valentina che la sua nonna per avermi fatto conoscere un'altra ricetta per cuocere la mia carne preferita.

Con questa ricetta partecipo al Recipe-tionist di Marzo - Aprile 2018



INGREDIENTI (per 4 persone)
1 coniglio a pezzi
3 filetti di acciughe
4 spicchi d'aglio
2 bicchieri di vino bianco
50 ml aceto di vino rosso
50 ml di olio extra vergine d'oliva
10-50-100 tanti rametti di rosmarino
2 foglie di alloro
Olio extra vergine d'oliva
Sale

PREPARAZIONE
In una padella capiente fare bollire un paio di dita di acqua con una foglia d'alloro spezzata e una manciata di sale grosso quindi aggiungere i pezzi di coniglio. Fare sobbollire e quando necessario aggiungere altra acqua.
Continuare la cottura per 15-20 minuti a seconda della consistenza della carne che deve risultare un po' più morbida.
Togliere i pezzi di coniglio, scolarli e asciugarli e tenerli da parte. Pulire la stessa padella e metterla sul fuoco medio aggiungendo un filo d'olio evo, una spicchio d'aglio e un'altra foglia d'alloro spezzata.
Aggiungere i pezzi di coniglio, rosolarli bene e farli cuocere 15-20 minuti aggiungendo poco per volta il vino bianco facendolo sfumare bene.
Nel frattempo, nel bicchiere del mixer, versare l'aceto e l'olio evo in pari quantità, 3 spicchi d'aglio privati dell'anima interna, i filetti d'acciuga ben scolati e abbondantissimo rosmarino fresco. Frullare il tutto creando un'emulsione.
Alzare la fiamma della padella del coniglio, versare il mix ottenuto sulle carni e procedere con la cottura facendo in modo che l'emulsione venga a contatto con tutte le parti del coniglio.
Quando la carne avrà preso un bel colore abbassare la fiamma e portare a cottura coprendo con un coperchio se necessario.
Servire ben caldo nappando bene con l'intingolo che, sono sicuro, vi farà fare una clamorosa scarpetta.

2 commenti:

  1. Gianni carissimo, questa tua scelta per me è stata un vero e proprio regalo di Pasqua quest'anno. Soprattutto perché la ricetta per antonomasia della mia famiglia ha riscosso successo anche nella tua famiglia e la "scarpetta clamorosa" ne è testimonianza. Io ho la fortuna di avere il padre di mio cognato che mi regala sempre dei conigli e come ben dici quelli allevati in libertà sono più sodi perché sviluppano muscolatura, scorrazzando nei recinti di erba fresca. A volte la dose di rosmarino massiva spaventa un po', ma io adoro quell'intingolo, lo utilizzo anche con la carne di tacchino, dopo averla rosolata, perché toglie davvero quel gusto di selvatico e rende tutte le carni bianche anche più buone. Grazie per esserci stato, Buona Pasqua a te e Manu.

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  2. Questa ricetta l'avevo già adocchiata sul blog di VAlentina e mi riprometto di farla. Ho un magnifico coniglio in freezer che arriva da un contandino vicino di casa di mio papà sull'Appennino Tosco-Emiliano e aspettavo la degna ricetta per fargli fare la degna fine...la mia fortuna sta che anche Paolo non mangia coniglio e toh..dovrò mangiarlo tutto io aaaaaaaaaaaahahahah, che sacrificio eh?! Bravo Gianni e sempre sempre infinitamente grazie Flavia

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