È un periodo no.
Mi capita a volte di avere sbalzi d'umore anche repentini in totale coerenza con le caratteristiche del mio segno zoodiacale, ma in questo periodo l'umore è veramente ai minimi storici.
La situazione economico lavorativa ci ha portato a dover assumere decisioni drastiche che non sono state ancora del tutto metabolizzate. La speranza che quest'anno sia migliore del precedente è, per ora, fondata solo sulla quasi certezza che, sotto questi punti di vista, peggio del 2012 è davvero difficile.
Il mio umore si riperquote anche sul destino di questo blog e sulle visite di blog amici.
Intendiamoci! La voglia di cucinare e di provare ricette nuove c'è sempre, prova ne sia che il mio fidato memo è in continuo aggiornamento e ci sono 7 ricette che aspettano solo di essere pubblicate.
Quello che manca è la voglia di mettermi a fotografare i piatti (ultimamente i risultati non mi soddisfano mai) e approcciarmi alla tastiera per preparare e pubblicare i post è davvero una pena.
Il mio umore si riperquote anche sul destino di questo blog e sulle visite di blog amici.
Intendiamoci! La voglia di cucinare e di provare ricette nuove c'è sempre, prova ne sia che il mio fidato memo è in continuo aggiornamento e ci sono 7 ricette che aspettano solo di essere pubblicate.
Quello che manca è la voglia di mettermi a fotografare i piatti (ultimamente i risultati non mi soddisfano mai) e approcciarmi alla tastiera per preparare e pubblicare i post è davvero una pena.
Mi sono più volte chiesto se era il caso di continuare questa bellissima avventura che è stato entrare nel mondo dei foodblogger o di abbandonare il tutto.
Sarebbe stato come gettare la spugna e non mi riconosco in questo atteggiamento.
Ho deciso di pensare alle cose positive che mi ha dato questo blog a cominciare dalle tante amicizie reali e virtuali che mi ha regalato per finire alle soddisfazioni che mi ha riservato, ultima in ordine di tempo, l'aver vinto la sfida Foodbolgger vs Filippo La Mantia organizzata dall'Amaro Averna.
Sarebbe stato come gettare la spugna e non mi riconosco in questo atteggiamento.
Ho deciso di pensare alle cose positive che mi ha dato questo blog a cominciare dalle tante amicizie reali e virtuali che mi ha regalato per finire alle soddisfazioni che mi ha riservato, ultima in ordine di tempo, l'aver vinto la sfida Foodbolgger vs Filippo La Mantia organizzata dall'Amaro Averna.
Con grande sforzo ho deciso quindi di proseguire in attesa di tempi migliori.
Ripartiamo quindi dalla sfida di gennaio dell'MT Challenge.
Questo mese il tema sono i pici ed è stato scelto dalla Patty del blog Andante con gusto e che invidio assolutamente perché vive nella "mia" Siena.
Come detto più volte ho lasciato Siena quando ero piccolo ma è perennemente nel mio cuore.
Il termine "pici" mi ha fatto pensare a come certi termini abbiano significati diversi in altri luoghi.
Non so quanto venga oggi utilizzato ma, quando ero piccolo, a Brescia il termine pici al singolare aveva diversi significati tutti comunque dispregiativi. Oltre, come in altre località, ad identificare l'organo riproduttivo maschile veniva utilizzato anche come sinonimo di piccolo e come sinonimo del milanese "pirla".
Sorrido a pensare che quando abitavamo a Siena mia madre aveva imparato ad utilizzare termini tipici del luogo ed, in particolare, il termine "troiaio" al posto di caos, confusione. Quando ci siamo trasferiti a Brescia, detta volgarmente "la città delle 100 fontane e delle 1000 put...e", tale termine identificava ben altro risultando quindi alquanto scurrile e i primi tempi chi lo sentiva dire da mia mamma rimaneva sempre sorpreso.
NdA: Ho messo il termine puntato non per falso pudore ma per evitare che motori di ricerca rimandino a questo post.
Non so quanto venga oggi utilizzato ma, quando ero piccolo, a Brescia il termine pici al singolare aveva diversi significati tutti comunque dispregiativi. Oltre, come in altre località, ad identificare l'organo riproduttivo maschile veniva utilizzato anche come sinonimo di piccolo e come sinonimo del milanese "pirla".
Sorrido a pensare che quando abitavamo a Siena mia madre aveva imparato ad utilizzare termini tipici del luogo ed, in particolare, il termine "troiaio" al posto di caos, confusione. Quando ci siamo trasferiti a Brescia, detta volgarmente "la città delle 100 fontane e delle 1000 put...e", tale termine identificava ben altro risultando quindi alquanto scurrile e i primi tempi chi lo sentiva dire da mia mamma rimaneva sempre sorpreso.
NdA: Ho messo il termine puntato non per falso pudore ma per evitare che motori di ricerca rimandino a questo post.
Torniamo alla ricetta.
Ho fatto i pici il giorno dell'Epifania nella versione che pubblicherò domani e la domenica successiva in questa dove ho voluto semplicemente condirli con quello che è il condimento classico dei casoncei (burro versato) per una simbolica unione tra Siena e Brescia.
Con questa ricetta partecipo al contest di Menù Turistico - MT Challenge di gennaio 2013
INGREDIENTI (per 4 persone)
Per i pici
200 g di farina 00
100 g di farina di semola rimacinata
1 bicchiere ca. di acqua
2 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
1 pizzico di sale
Per il condimento
100 g di burro
10 foglie di salvia
Formaggio grana grattugiato
PREPARAZIONE
In una ciotola versare le due farine miscelate, aggiungere l'olio evo, il sale e gradualmente l'acqua mescolando fino a quando gli ingredienti non saranno ben amalgamati.
Prendere l'impasto e su una spianatoia continuare ad impastarla nello stesso modo che si usa per la pasta all'uovo utilizzando il palmo della mano.
A seconda della necessità aggiungere farina o acqua.
Continuare ad impastare con energia ma senza sfibrare l'impasto per almeno 10 minuti.
Al termine si deve ottenere un impasto liscio e morbido.
Avvolgere l'impasto nella pellicola e lasciare riposare in frigorifero per una mezz'ora.
Trascorso il tempo indicato, dall'impasto toglierne un pezzetto avendo cura di richiudere l'impasto con la pellicola in modo da evitare che si secchi.
Fare una pallina del pezzetto asportato e sulla spianatoia stenderla con il mattarello fino ad uno spessore di ca. 1 cm. Con un tagliapasta tagliare delle striscioline sempre di uno spessore di ca. 1 cm.
In una ciotola versare le due farine miscelate, aggiungere l'olio evo, il sale e gradualmente l'acqua mescolando fino a quando gli ingredienti non saranno ben amalgamati.
Prendere l'impasto e su una spianatoia continuare ad impastarla nello stesso modo che si usa per la pasta all'uovo utilizzando il palmo della mano.
A seconda della necessità aggiungere farina o acqua.
Continuare ad impastare con energia ma senza sfibrare l'impasto per almeno 10 minuti.
Al termine si deve ottenere un impasto liscio e morbido.
Avvolgere l'impasto nella pellicola e lasciare riposare in frigorifero per una mezz'ora.
Trascorso il tempo indicato, dall'impasto toglierne un pezzetto avendo cura di richiudere l'impasto con la pellicola in modo da evitare che si secchi.
Fare una pallina del pezzetto asportato e sulla spianatoia stenderla con il mattarello fino ad uno spessore di ca. 1 cm. Con un tagliapasta tagliare delle striscioline sempre di uno spessore di ca. 1 cm.
Prendere ciascuna strisciolina e rotolandola con il palmo delle mani, contemporaneamente, stirarla verso l'esterno.
Una volta raggiunto lo spessore desiderato fare rorolare il picio nella semola in modo che non si appiccichi agli altri.
Proseguire fino a terminare l'impasto.
Al termine mi sono venuti di lunghezze diverse (da 60 a 150 cm) con uno spessore simile a quello dei bucatini.
Una volta raggiunto lo spessore desiderato fare rorolare il picio nella semola in modo che non si appiccichi agli altri.
Proseguire fino a terminare l'impasto.
Al termine mi sono venuti di lunghezze diverse (da 60 a 150 cm) con uno spessore simile a quello dei bucatini.
In una padella fare sciogliere il burro, aggiungere le foglie di salvia e continuare fino a quando il burro comincerà ad imbrunirsi.
NdA: Lo so che non fà bene ma chissa perché le cose buone fanno male.
Mettere a bollire abbondante acqua salata e versare i pici che saranno pronti in ca. 5 minuti (quando saranno tornati a galla). Scolare i pici e versarli nella padella con il burro, condirli bene, aggiungere abbondante formaggio grana grattugiato, mescolare e servire in piatti caldi guarnendo con foglie di salvia.
NdA: Lo so che non fà bene ma chissa perché le cose buone fanno male.
Mettere a bollire abbondante acqua salata e versare i pici che saranno pronti in ca. 5 minuti (quando saranno tornati a galla). Scolare i pici e versarli nella padella con il burro, condirli bene, aggiungere abbondante formaggio grana grattugiato, mescolare e servire in piatti caldi guarnendo con foglie di salvia.
Per maggiori dettagli vedere qui il post più che esaustivo della Patty.
Pici perfetti conditi nel più semplice dei modi per esaltare al meglio la pasta.... Inutile dirti che aspettiamo con grande curiosità la performance di domani :-)!
RispondiEliminaPS apprezzo sempre i tuoi racconti: riesci sempre a strapparmi un sorriso!
Buona serata e grazie
Gianni , per quello che può servire, ti dico che a me fa piacere leggerti e trovare le tue ricette, spesso non commento, ma non mi piacerebbe l'idea di non trovare più le tue sperimentazioni, le tue particolari ricerche nell'abbinare sapori e consistenze.
RispondiEliminaE' bello sapere che hai ritrovato un pò di energia per andare avanti.
La semplicità , spesso, è sinonimo di grande capacità.
un abbraccio
caro gianni resisti!! se incominciamo a mollare anche le cose che facciamo per piacere e non per dovere, allora è finita davvero. bene hai fatto a fare i pici... e non il picio! ;)))
RispondiEliminaun abbraccio grande, bravissimo come sempre
Caro Gianni, mi dispiace tantissimo per le tue traversie e spero anch'io che il peggio sia passato.
RispondiEliminaIntanto ti devo complimentare per la perfezione dei tuoi pici: i miei paiono gomene da petroliera, i tuoi sono perfetti.
Il sughetto dei casonsei è squisito e si adatta alla perfezione alla semplicità della pasta.
Un abbraccione e... tieni duro, noi siamo tutti con te!!!!
carissimo Gianni, anzitutto trovo singolare questo tuo "legame" con la Pat: lei ha lasciato da piccola la provincia di Brescia per andare a Siena, tu l'inverso :) !
RispondiEliminaE ti confermo (ovviamente non poteva che essere così) che anche da noi la parola "pìcio" ha la stessa accezione..
Che dire di questo periodo che ti investe? Che anch'io lo sto vivendo, nella stessa maniera in cui lo vivi tu, con gli stessi interrogativi e con le stesse "risposte tra me e me". Io lo sto chiamando accidia, ma non son troppo sicura che così sia.
Ad ogni modo stringo e proseguo, mi passerà
Un abbraccio!
carissimo Gianni, prima o poi ci passiamo tutti in questo periodaccio, ma sono certa che ti riprenderai...questi pici già lo provano.
RispondiEliminaUn abbraccio a te e alla family,
Vale
Caro Gianni, so perfettamente come ti senti. Essendo titolare di una piccola agenzia di viaggi, il 2012 è stato probabilmente il peggiore degli ultimi 10 anni, potrei anche dire peggiore del 2002. La cosa più triste è che non se ne vede la fine. ll nostro settore è il più massacrato da questa crisi, credimi. Ma non si può fare diversamente se non stringere i denti cercando di dare il tutto per tutto e poi si vedrà. Trova in questo spazio l'occasione di fuga e allegria visto le tante persone che ti apprezzano.
RispondiEliminaLa tua serenata a Siena, così delicata ed vellutata, è stupenda. I pici assolutamente perfetti sono avvolti da passione e nostalgia. Un forte abbraccio, Pat