Come tutti i giorni si era alzata all'alba. In campagna la giornata iniziava presto.
Si lavò, si vestì e fece una rapida colazione. Oggi era il suo turno di andare in paese, al mercato, per vendere i prodotti dell'orto che sua madre stava raccogliendo.
Indugiò solo un poco nel pettinarsi; era in età da marito e voleva avere un bell'aspetto e il mercato era una buona occasione per farsi osservare ed ammirare.
Corse fuori di casa, salutò la madre e raccolse la cesta con le verdure. L'aspettava una bella camminata con la cesta che, stracolma, non pesava molto ma era particolarmente ingombrante. Si inoltrò lungo il viale che collegava la cascina alla strada maestra proprio nel momento in cui sorgeva il sole.
Era una fresca mattina di primavera e la giornata prometteva di essere assolata e calda.
Nonostante la giornata promettesse bene a quell'ora l'aria era fresca e lei si era avvolto attorno alle spalle uno scialle nero bordato da bei ricami. Quello stesso scialle che per anni aveva avvolto le spalle di sua madre e prima ancora quelle della madre di sua madre.
Raggiunse la strada maestra e si avviò con buon passo verso il paese.
Raggiunse la strada maestra e si avviò con buon passo verso il paese.
A quell'ora non c'era molta gente lungo la strada tanto che finora aveva incrociato solo un carro trainato da due buoi condotto da Toni e da suo figlio Nino che si accingevano a lavorare i campi.
Le piaceva camminare e soprattutto osservare ciò che la circondava però quel giorno, dentro di sè, sperava che arrivasse alle sue spalle lo zio Gepi con il suo carretto sgangherato così da risparmiarsi un po' di cammino. Poco dopo averlo pensato ecco che alle sue spalle sentì una voce conosciuta che la chiamava: "Mariaaa". Era proprio lui, il fratello della mamma, anch'egli diretto al mercato. Lo attese, caricò la cesta nel cassone poi salì felice di fianco a lui schioccandogli un bacio sulla guancia. Ora sarebbe stato più comodo guardarsi attorno.
Più si avvicinavano al paese più la strada si affollava di gente tanto che l'andatura si fece davvero lenta.
All'improvviso udendo delle grida alle spalle si voltò e vide arrivare con un trotto veloce un drappello di soldati austriaci con le loro casacche bianche, gli elmetti a punta e l'effige dell'aquila bifronte, simbolo degli Asburgo, sulla gualdrappa dei cavalli.
Senza rallentare passarono oltre ed in quel momento lo zio Gepi mormorò qualcosa che non comprese ma, dalla sua espressione, capì che non era un complimento.
Arrivati al mercato, ringraziò lo zio, scese prendendo la sua cesta e si avviò verso l'angolo che si era scelta e si predispose alla vendita. Si trovava proprio di fronte ad un osteria e, nei giorni di mercato, la moglie dell'oste preparava qualche piatto per il mezzodì.
L'oste era un omone simpatico, sempre sorridente e dal viso rubicondo.
Quando la vedeva la salutava sempre e le offriva del sidro.
C'era molta gente quel giorno al mercato e in breve tempo si ritrovò ad aver venduto quasi tutte le sue verdure. Pensò che forse avrebbe avuto del tempo per fare anch'essa un giro tra le bancarelle.
Stava salutando una cliente a cui aveva venduto del radicchio quando l'arrivo di quattro soldati austriaci attirò la sua attenzione e, mentre le passavano vicini, vide l'oste affacciarsi alla porta, farle l'occhiolino e gridare "Risi, bisi e fragoe" e lei di rimando "Erbette e rape cotte".
Gli austriaci li guardarono e risero tra loro.
Non compresero che entrambi li avevano appena derisi inneggiando al tricolore italiano.
Con questa storiella, ho voluto, nel 150° anniversario dell'unità d'Italia, richiamare il fatto che "Risi e bisi e fragoe" nel Risorgimento è stato per i veneti quello che "Viva Verdi" è stato per i milanesi ed i lombardi. Un modo di rivendicare l'indipendenza e la libertà senza rischiare di finire in carcere.
Come tutte le ricette della tradizione esistono varianti e tuttora non è ben chiaro se "I risi e i bisi" debbano essere umidi come una minestra o asciutti come un risotto.
Da quanto mi è parso di capire, leggendo qua e là, in origine doveva essere un risotto umido ma non all'onda, tecnica peraltro abbastanza recente, ma con la presenza nel piatto di un minimo di brodo.
Altresì, pare che tra le diverse varianti ce ne sia una con l'aggiunta di carote ed una con le fragoline di bosco.
Con questa ricetta partecipo al contest di Menù Turistico - MT Challenge di maggio
Le piaceva camminare e soprattutto osservare ciò che la circondava però quel giorno, dentro di sè, sperava che arrivasse alle sue spalle lo zio Gepi con il suo carretto sgangherato così da risparmiarsi un po' di cammino. Poco dopo averlo pensato ecco che alle sue spalle sentì una voce conosciuta che la chiamava: "Mariaaa". Era proprio lui, il fratello della mamma, anch'egli diretto al mercato. Lo attese, caricò la cesta nel cassone poi salì felice di fianco a lui schioccandogli un bacio sulla guancia. Ora sarebbe stato più comodo guardarsi attorno.
Più si avvicinavano al paese più la strada si affollava di gente tanto che l'andatura si fece davvero lenta.
All'improvviso udendo delle grida alle spalle si voltò e vide arrivare con un trotto veloce un drappello di soldati austriaci con le loro casacche bianche, gli elmetti a punta e l'effige dell'aquila bifronte, simbolo degli Asburgo, sulla gualdrappa dei cavalli.
Senza rallentare passarono oltre ed in quel momento lo zio Gepi mormorò qualcosa che non comprese ma, dalla sua espressione, capì che non era un complimento.
Arrivati al mercato, ringraziò lo zio, scese prendendo la sua cesta e si avviò verso l'angolo che si era scelta e si predispose alla vendita. Si trovava proprio di fronte ad un osteria e, nei giorni di mercato, la moglie dell'oste preparava qualche piatto per il mezzodì.
L'oste era un omone simpatico, sempre sorridente e dal viso rubicondo.
Quando la vedeva la salutava sempre e le offriva del sidro.
C'era molta gente quel giorno al mercato e in breve tempo si ritrovò ad aver venduto quasi tutte le sue verdure. Pensò che forse avrebbe avuto del tempo per fare anch'essa un giro tra le bancarelle.
Stava salutando una cliente a cui aveva venduto del radicchio quando l'arrivo di quattro soldati austriaci attirò la sua attenzione e, mentre le passavano vicini, vide l'oste affacciarsi alla porta, farle l'occhiolino e gridare "Risi, bisi e fragoe" e lei di rimando "Erbette e rape cotte".
Gli austriaci li guardarono e risero tra loro.
Non compresero che entrambi li avevano appena derisi inneggiando al tricolore italiano.
Con questa storiella, ho voluto, nel 150° anniversario dell'unità d'Italia, richiamare il fatto che "Risi e bisi e fragoe" nel Risorgimento è stato per i veneti quello che "Viva Verdi" è stato per i milanesi ed i lombardi. Un modo di rivendicare l'indipendenza e la libertà senza rischiare di finire in carcere.
Come tutte le ricette della tradizione esistono varianti e tuttora non è ben chiaro se "I risi e i bisi" debbano essere umidi come una minestra o asciutti come un risotto.
Da quanto mi è parso di capire, leggendo qua e là, in origine doveva essere un risotto umido ma non all'onda, tecnica peraltro abbastanza recente, ma con la presenza nel piatto di un minimo di brodo.
Altresì, pare che tra le diverse varianti ce ne sia una con l'aggiunta di carote ed una con le fragoline di bosco.
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Con questa ricetta partecipo al contest di Cuoca ... a tempo perso - Una ricetta lunga 150 anni
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di La cucina di Irina - La raccolta delle fragole
INGREDIENTI (per 4 persone)
800 g di piselli con bacello mangiatutto (circa 250-300 g di piselli sgranati)
250 g di vialone nano
60 g di burro
50 g di pancetta dolce
40 fragoline di bosco
1 cipolla bianca novella piccola
Prezzemolo
Formaggio grana grattugiato
Sale
Pepe nero
PREPARAZIONE
Per la preparazione ho seguito quella riportata da Annamaria nel suo post in cui ha lanciato questa sfida con soltanto piccole varianti.
Sgranare i piselli separandoli dai bacelli e lavare entrambi.
Fare bollire i bacelli con 2 litri di acqua leggermente salata per circa un'ora.
In un pentolino fare bollire un po' d'acqua e immergervi i piselli per un minuto, scolarli e immergerli immediatamente in una bacinella con acqua e ghiaccio. In questo modo manterranno un colore più vivo.
In un pentolino fare bollire un po' d'acqua e immergervi i piselli per un minuto, scolarli e immergerli immediatamente in una bacinella con acqua e ghiaccio. In questo modo manterranno un colore più vivo.
Scolare in una bacinella il brodo ottenuto e mettere da parte metà dei bacelli lessati.
Frullarli al mixer con un poco di brodo, quindi setacciare la crema ottenuta. Aggiungerla al brodo che utilizzeremo per cuocere il riso e mantenerlo caldo.
Tritare finemente la cipolla e la pancetta a dadini. Mettere in una pentola il burro e quando è sciolto aggiungere la cipolla e la pancetta. Fare diventare trasparente la cipolla a fuoco moderato per qualche minuto quindi unire i piselli, versare un paio di mestoli di brodo e lasciare cuocere per 5 minuti.
Aggiungere il riso, mescolare bene e farlo tostare, unire gradualmente il brodo bollente per mantenerlo sempre umido e cuocere per circa 14 minuti.
Quando mancano un paio di minuti alla cottura del riso aggiungere il prezzemolo tritato. Togliere dal fuoco, regolare di sale, unire il pepe macinato fresco, le fragoline di bosco, il formaggio grattugiato ed un mestolino di brodo.
Mescolare delicatamente, mettere il coperchio far riposare per 2 minuti quindi servire decorando con le fragoline e un rametto di prezzemolo riccio.
Mescolare delicatamente, mettere il coperchio far riposare per 2 minuti quindi servire decorando con le fragoline e un rametto di prezzemolo riccio.
ecco. se non vinci tu mi arrabbio. GRANDEEEEEEEEE!!!!!
RispondiEliminaComplimenti,sei davvero un grande!
RispondiEliminaRiso e bisi me lo faceva mia mamma quando ero una ragazzina..mio figlio purtropppo non ama nè il riso e tantomeno i bisi..a me invece piacciono entrambi un sacco..ma con le fragoline ancora non lo avevo visto ^_^
RispondiElimina..bravo!!!!..
Bellissimo il tuo racconto...non conoscevo questa ricetta che dev'essere delicatamente squisita! Complimenti!
RispondiEliminaGrazie Gianni, posto la tua originale (e bella!!) creazione! Buona serata
RispondiEliminaDani
Che eleganza, complimenti!
RispondiEliminaChe bello, il tuo racconto, Gianni.
RispondiEliminaRende ancora più prezioso questo tuo piatto. Con le fragole non lo avevo mai sentito neppure io!
A presto!
Elisa
PS: Se passi da me, è pronto il ricettario completo di "Mai Dire Mais"..ed in più, un'altra novità! Ti aspetto! ^____*
http://massaiacanterina.blogspot.com/2011/05/mai-dire-basta-una-raccolta-che-finisce.html
Bellissimo racconto, tanto quanto il piatto :-)
RispondiEliminaGianni che dire...il tuo "risi e bisi" è un superclassico della cucina italiana e questo tocco di fragole fresche, migliora sicuramente...bella ricetta
RispondiEliminaLa penso come Eleonora....se non vinci tu mi arrabbio!!! Troppo bella questa storia!!!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Che bella questa storia!... E che bella presentazione! :)
RispondiElimina¡Que delicia! Me encanta.
RispondiEliminaSaludos.
ciao Gianni complimenti x il piatto e le sue origini che nn conoscevo affatto! Sempre sentito parlare di "risi e bisi" ma nn conoscevo la ricetta! :)ciao buona giornata
RispondiEliminagrazie per averci fatto scoprire questo aneddoto, molto carino.
RispondiEliminain realtà non abbiamo mai provato risi e bisi con le fragole, ma dopo aver letto questo post siamo tentati dal provare
p.s. ti invitiamo al nostro contest tutto dedicato all'"occultazione" degli ingredienti
http://labandadeibroccoli.blogspot.com/2011/05/il-secondo-contest-della-banda-la-banda.html
bellissimo piatto!
RispondiEliminaSubito ho pensato... " cavoli, si è dimenticato una e",poi le tue parole ed i tuoi ricordi hanno spiegato tutto.... e lasciato una traccia!
RispondiEliminaUn abbraccio
Fabi
l'ho visto tante volte il risotto con le fragole ma mai provato a farlo. sarebbe da tentare! scopriamo il tuo blog e ci siamo anche noi tra i tuoi sostenitori! Giorgia & Cyril
RispondiEliminaCiao Gianni.. grazie per partecipare ti aggiungo subito...
RispondiEliminagustosissima la tua ricetta.. ma io non faccio testo :0))
Alessandra
Bellissima ricetta! In bocca al lupo!
RispondiEliminaciao gianni! ci voleva proprio l'mtchallenge per farmi scoprire il tuo blog... sai che anch'io avevo pensato di fare risi bisi e fragole e raccontare questa storia (sicuramente non bene come te, però!)? a presto
RispondiEliminaCiao Gianni, quante cose si imparano con gli MTC! Con le fragole mai visti...
RispondiEliminaLa storia è bellissima (non la conoscevo), la ricetta anche!
RispondiEliminaComplimenti!!! :-D
Vi ringrazio tutte/i per i vostri commenti e sono contento che la storiella che ho inventato per raccontare perché all'epoca era stato fatto quast'abbinamento, vi sia piaciuta. Invito chi non ha mai mangiato il risotto con le fragole di provarlo (se vi interessa nel blog c'è anche un risotto fragole e zucchine). Vi abbraccio
RispondiEliminaMa che bel racconto, gianni! passo solo ora, a causa di un malanno che mi ha tenuta lontana dal pc, ma ci tenevo a complimentarmi con te per questo post, fra l'altro scritto magistralmente: grazie davvero
RispondiEliminaale
proprio una bella e commovente "finestra" aperta su un momento speciale per gli italiani
RispondiEliminaBella, l'ho letta con piacere
e bello anche il piatto ;)))!