Ringrazio i miei genitori e tutti quanti hanno contribuito alla mia educazione soprattutto perché mi hanno insegnato il rispetto per gli altri e per le loro idee.
Per questo non riesco a sopportare chi discrimina il prossimo per, a titolo di esempio, diversità del colore della pelle, provenienza etnica, menomazioni fisiche e mentali, orientamenti sessuali, idee politiche e pratiche religiose differenti dalla propria.
Se immaginiamo che la convivenza civile sia una piramide, il rispetto degli altri ne è la base, le fondamenta.
Non puoi salire ai piani successivi se prima non hai completato e rinforzato le fondamenta. Certo puoi pensare di continuare costruire, salire sempre più in alto, ma se non hai realizzato delle buone fondamenta, prima o poi tutto crolla.
Penso che non sia discriminando ma dialogando che puoi portare avanti le tue idee, le tue convinzioni. Raffrontandoti e discutendo puoi crescere tu e può crescere chi dialoga con te. E se sei convinto delle tue idee, dei tuoi principi è giusto che tu cerchi il confronto ed il dialogo. Ma non lo puoi fare in forma anonima; DEVI metterci la faccia.
Per questo mi ha dato molto fastidio leggere su FB che un'amica riceve dei commenti anonimi sul suo blob in cui vengono fatte critiche gratuite ed offese del tipo: "insulti razzisti sui piatti ebraici, che le torte escono crude, che la vellutata di avocado fa schifo, che non sa scrivere sul blog, etc.".
Non voglio fare l'avvocato difensore, anche perché non ne ha bisogno, però scrivere insulti, fare critiche su piatti che non hai mangiato, su come scrivi sul blog il tutto mantenendo l'anonimato, lo ritengo di una meschinità rara.
Non ti piace quello che viene proposto su quel blog? Puoi benissimo non andarci più! Non è una medicina vitale, puoi benissimo farne a meno.
Se vuoi fare qualche critica devi avere il coraggio, macché coraggio, l'educazione di mettere la tua identità.
Qualche tempo fa mia moglie ed io eravamo da poco iscritti a FB ed Emanuela ricevette la richiesta di amicizia da parte di un certo "Man the best" con dei messaggi che indicavano inequivocabilmente che la conosceva. Ora, per me non è un problema che tra gli amici di Emanuela ci siano persone che ha conosciuto prima di me (tra i suoi amici c'è anche il suo ultimo ex). E la cosa è reciproca. Non più tardi di un mese fa abbiamo invitato a pranzo la mia ex moglie con il suo compagno ed abbiamo trascorso una piacevolissima domenica. La cosa che ci infastidiva è che questo insisteva senza rivelare la propria identità fino a quando Emanuela, veramente stufa, mi ha chiesto di scrivere io la risposta all'ultimo messaggio. Non ho scritto cose particolari ho solo detto che era "the best" solo nel nickname, che non lo ritenevo un uomo visto che si nascondeva (da cosa?) dietro l'anonimato e che, se voleva, poteva rivelare la propria identità e Emanuela avrebbe deciso se accettare "l'amicizia" altrimenti, se avesse continuato, Emanuela si sarebbe rivolta a FB. Non ha più inviato messaggi.
Per questo,
Eleonora, ti dico FREGATENE. Hai tante persone che apprezzano quello che fai e come lo fai, per cui, continua così.
E per dimostrarti la mia solidarietà ho deciso di realizzare questo pane tradizionale ebraico.
La ricetta è stata ricavata in rete da vari siti per cui chiedo scusa anticipatamente se ci sono degli ingredienti o dei passaggi non coerenti alla ricetta originale.