venerdì 7 aprile 2017

MALFATTI DI CARPENEDOLO





Da tempo avevo in mente di tenere una sorta di rubrica sulla cucina tipica bresciana ma per vari motivi avevo sempre rinviato. Vero è che ho già postato alcune ricette "bresciane" ma sono state occasionali e non facenti parte di un benché minimo progetto. 
Con questa ricetta voglio invece iniziare una sorta di percorso che porti a far conoscere una cucina che non è solo spiedo, casonséi o manzo all'olio.
Del resto la provincia bresciana è geograficamente molto variegata passando dall'alta montagna con tre valli principali, alla collina, alla pianura e ai laghi.
Quanto detto ha portato ad avere anche una grande varietà di piatti influenzati dalle varie culture e attività.


Parto con questa ricetta perché qualche giorno fa la mia collega Federica me ne ha parlato in toni entusiastici dopo averla vista realizzare a La prova del cuoco. Confesso che ne avevo sentito parlare ma non avevo mai avuto l'occasione di mangiarli.
Si tratta di un piatto povero ma di grande sapore che da tantissimi anni viene preparato sia in famiglia che nelle trattorie e ristoranti di Carpenedolo e che dal 2014 ha assunto la Denominazione Comunale d'origine (De.C.O.). Come tutti i piatti tipici con anni di storia alle spalle anche i Malfatti di Carpenedolo partono da una ricetta base e poi ogni famiglia ha sviluppato la propria versione. Chi usa gli spinaci, chi le erbe spontanee quali bietoline, cicoria di campo detta anche tarassaco o dente di leone. Anche per il condimento c'è chi usa burro e salva e chi il pomodoro.
La mia scelta è stata per una miscela di erbe e il condimento con burro e salvia.
Una curiosità. A Carpenedolo vive Sissi The Red Cat, una bellissima gatta divenuta famosa nel 2014 per aver indovinato i risultati delle partite dei Mondiali di Calcio in Brasile la cui pagina Facebook è seguita da più di un milione di persona da tutto il mondo.


I malfatti di Carpenedolo sono una ricetta abbastanza semplice da realizzare ma che al momento di gustarli vi regaleranno un mix di delicatezza e di sapori che vi invoglierà a mangiarne ancora.

INGREDIENTI (per 4 persone)
500 g di spinaci
250 g di cicoria di campo (tarassaco)
250 g di bietoline
5 uova
300 g di formaggio grana
150 g ca. di pane grattugiato
1 spicchio d'aglio
1 noce moscata
200 g di burro
Salvia
Foglie d'alloro
Farina 00
Sale

PREPARAZIONE
Pulire bene le erbe, scottarle per un paio di minuti in acqua bollente e trasferirle in una bacinella con acqua e ghiaccio. Tenere l'acqua per la cottura dei malfatti.
Scolare, strizzare bene le erbe quindi tagliarle finemente.
In una padella versare poco olio evo e fare imbiondire delicatamente uno spicchio d'aglio. Alzare la fiamma e fare saltare le erbe per un paio di minuti.
Mettere le erbe in una ciotola, aggiungere la noce moscata grattugiata con un pizzico di sale e mescolare bene. Versare un uovo alla volta e mescolare bene con l'aiuto di una forchetta. Incorporare metà del formaggio grana grattugiato e, una volta amalgamato, il pane grattugiato. Continuare ad amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto, aggiungendo eventualmente altro pane grattugiato, morbido ma compatto. Il dosaggio giusto vi regalerà dei malfatti che non si sfaldano ma allo stesso tempo morbidi.
Spolverare un tagliere di legno con la farina bianca, prendere una parte dell'impasto e arrotolando facendolo scorrere con le mani fino ad ottenere un cilindro con un diametro di ca. un cm e mezzo.
Tagliare i malfatti per una lunghezza di 4-5 cm. e metterli su una vassoio spolverato di farina. per evitare che si attacchino. 
Fare sciogliere in una padella il burro, aggiungere le foglie di salvia e farlo imbrunire leggermente.
Nel frattempo versare i malfatti nell'acqua utilizzata per scottare le erbe (con eventuale aggiunta d'acqua) salata e profumata con un paio di foglie di alloro; quando verranno a galla saranno cotti.
Scolarli e metterli direttamente nel piatto ben caldo.
Spolverarli con abbondante formaggio grana grattugiato e versare sul tutto il burro caldissimo.
Decorare con la salvia e servire.

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